Il primo post di questo blog risale al 2007, avevo 26 anni.
Ora ne ho 38 e tra pochi mesi saranno 39. La mia vita è cambiata, così come le mie abitudini, ma non la persona che sono ed i miei valori.
Purtroppo però, devo ammettere che molte speranze nel tempo sono avvizzite. Le tengo nascoste, nel profondo, forse un giorno torneranno rigogliose.
Penso spesso a chi ero e a come approcciavo il mondo, lo faccio con nostalgia ricordando un cuore pieno di gioia e di fiducia nel futuro.
Poi è arrivata la realtà e mi ha preso a calci sulle gengive.
Ho scoperto che l'apertura mentale è una merce rara, che le persone non amano il confronto, che chi si proclama disponibile al dialogo quasi sempre vuole solo sentirsi ripetere ciò di cui già è convinto e che non vede l'ora di piazzarti addosso l'etichetta del nemico.
Mi sento combattuto tra la spinta a dire ciò che penso e la volontà di mantenere rapporti pacifici con chi mi circonda. Quasi mai affronto discorsi che escano dal seminato, mi mantengo sul vago, non mi esprimo più.
Penso di essere una persona decente. Non discrimino, non condanno e sono sempre stato un non violento.
Perché chi mi conosce da anni allora non vede l'ora che dica quella che alle sue orecchie è una parola "sbagliata" per potermi inserire in una categoria, per potermi emarginare, per potermi odiare?
Sono abbastanza umile da capire che il mio punto di vista non è "il giusto" e che se una cosa non mi aggrada non significa che debba essere vietata. Penso sempre che la libertà finisca dove inizia quella dell'altro, ed è per questa ragione che fino a quando la mia possibilità di agire non viene minacciata difendo il diritto degli altri a fare e pensare ciò che vogliono. Anche se non mi piace. Anche se lo trovo stupido.
Vorrei potermi esprimere sinceramente, sapendo che chi ho di fronte ascolterà ciò che penso continuando a giudicarmi per il modo in cui agisco.
Viviamo in un'epoca di estremismi e ci stiamo perdendo tutte le sfumature. L'universo è un trionfo di sfaccettature ma ci ostiniamo a voler ridurre tutto a bianco o nero.
Gli assoluti esistono solo nei concetti, la realtà è tutt'altro.
Mi sto chiudendo a riccio e la cosa mi spaventa. Ho sempre pensato che l'unica vera fonte di gioia fossero le relazioni e per quanto oggi aprirmi sinceramente con qualcuno mi costi un'enorme fatica non voglio ancora arrendermi.
Sono vivo, è per questo che sto buttando giù quattro frasi su di un blog abbandonato che mi ricorda periodi felici.
Ho bisogno di ricordarmi chi sono, perché continuando a non dirlo più a nessuno ho paura di dimenticarlo.
Siamo fatti di infiniti colori, ricordiamocelo sempre.
Alessandro