Istruzioni per l'uso

Un buon modo per farsi un'idea dell'argomento trattato in questo blog è visionare il documentario "La Moneta come Debito". Per chi volesse approfondire ho stilato una breve lista di fonti sugli argomenti signoraggio/sovranità monetaria. La potete trovare nel post "Bibliografia Essenziale". L'elenco è in costante aggiornamento.

I commenti non sono moderati, siete liberi di esprimervi nel modo che ritenete più opportuno. Ognuno è responsabile del suo pensiero, io rispondo solo delle parole scritte di mio pugno.

Benvenuti,
(ersandro@autistici.org)

Prima di esprimere qualunque dubbio o giudizio vi consiglio di leggere i seguenti post. Potreste trovare le risposte alle vostre domande.

F.a.q.-Parte Prima (Le banche commerciali emettono moneta?)
F.a.q.-Parte Seconda (Da dove prende valore la moneta?)
F.a.q.-Parte Terza (Esiste una soluzione?)

lunedì 4 maggio 2009

F.a.q. - Parte Seconda

Subito dopo la riserva frazionaria e l'emissione della moneta da parte delle banche commerciali l'argomento su cui ricevo più domande è la questione della banca centrale e della carta moneta. I dubbi nascono dal fatto che molte persone indicano lo scambio tra banconote di nuova emissione e titoli del debito pubblico come "condicio sine qua non" affinché le stesse banconote possano avere un valore. Costoro proseguono sostenendo che, se l'immissione di denaro non avvenisse tramite l'acquisto dei suddetti titoli, le banconote sarebbero equiparabili alla carta straccia e perderebbero completamente il loro valore.

Tali ragionamenti sono privi di qualunque fondamento. Pensare che debba esistere qualcosa al di fuori del denaro stesso per dargli valore è contrario a qualunque teoria economica. Vediamo cosa dice al riguardo il Modern Money Mechanics. Il paragrafo "What Makes Money Valuable" ("Cosa dà Valore al Denaro") recita così:

"In the United States neither paper currency nor deposits have value as commodities. Intrinsically, a dollar bill is just a piece of paper, deposits merely book entries. Coins do have some intrinsic value as metal, but generally far less than their face value.

What, then, makes these instruments - checks, paper money, and coins - acceptable at face value in payment of all debts and for other monetary uses? Mainly, it is the confidence people have that they will be able to exchange such money for other financial assets and for real goods and services whenever they choose to do so."

Traduzione:

"Negli Stati Uniti (come in ogni economia che utilizza moneta a corso legale - n.d.t.) né la carta moneta né i depositi hanno valore presi come beni. Intrinsecamente una banconota è solo un pezzo di carta, i depositi sono semplici scritture contabili. Le monete hanno un qualche valore intrinseco come materiale metallico, ma generalmente si tratta di molto meno del loro valore di facciata.

Cosa, dunque, rende questi strumenti - assegni, carta moneta e monete metalliche - accettabili per il valore di facciata come pagamento per tutti i debiti e per gli altri impieghi monetari? Principalmente è la fiducia che la gente ha nel fatto che sarà in grado di scambiare quel denaro per altre attività finanziarie e per beni e servizi reali in qualunque momento decidano di farlo."

Ecco perché si dice che nelle economie moderne utilizziamo moneta fiduciaria. La fiducia nel denaro può essere dovuta a diversi fattori, nella maggior parte dei casi si ricorre alla tutela legale.

Facciamo un paio di esempi.

Pochi sanno che una delle forme più longeve che il denaro ha assunto nel corso della storia consisteva in semplici bastoncini di legno. I Tally sticks, questo il loro nome, erano ottenibili a costo praticamente nullo e si affiancavano alle normali monete metalliche. Sono rimasti in vigore per oltre 700 anni. Il motivo per cui acquisivano valore era da ricercare nel fatto che si trattava dell'unica valuta accettata per il pagamento delle tasse. Per questo motivo in molti casi la gente preferiva detenere tally sticks al posto delle monete d'oro. La tutela legale valeva più del valore intrinseco.

Anche in Italia il valore dell'euro (e della lira prima di lui) non è certo dovuto al fatto che le banconote sono coperte dai titoli, ma dalla legge che obbliga i creditori ad accettare i pagamenti fatti in denaro. Aggiungo anche che, allo stesso modo dell'Inghilterra medioevale, anche in Italia è obbligatorio utilizzare il denaro per pagare tasse ed imposte. Per capirci 2.000€ euro di tasse possono essere pagati solo con un ammontare equivalente di denaro e non, per esempio, con 2.000€ di frutta, verdura o un qualunque altro bene.

Il denaro, quindi, possiede un valore in virtù della fiducia della gente, non grazie al fatto che è entrato nel mercato tramite l'acquisto di un titolo. Si tratta del valore indotto teorizzato da Auriti.

A tale proposito vorrei fare una precisazione: spesso i difensori del sistema economico attuale accusano chi si occupa di signoraggio e moneta-debito di considerare il denaro come inutile carta straccia. E' esattamente il contrario, semmai sono gli stessi accusatori a pensarla in questo modo. Ne "Il Paese dell'Utopia" possiamo leggere che, essendo stato accettato come misura del valore, il denaro possiede anche il valore della misura. Detto in parole semplici: il solo fatto di aver accettato una banconota da 100€ come misura di un equivalente valore fa sì che quella stessa banconota possieda 100€ di valore. Questo è valido per tutti gli strumenti di misurazione, una riga da un metro può misurare una lunghezza equivalente solo in virtù del fatto che possiede essa stessa tale lunghezza.

Si può arrivare alla medesima conclusione anche ragionando con il buon senso. In fondo le banconote in circolazione possiedono un valore anche se la maggior parte delle persone che le utilizza non ha la minima idea del modo in cui sono state emesse e se esiste o meno un titolo a loro garanzia.

La banconota, quindi, possiede il suo valore per il semplice fatto che la gente vi ripone fiducia. Sono, semmai, gli stessi economisti ortodossi a sostenere che si tratta di carta straccia e che è necessario stampare un titolo di debito (n.b. altra carta) per dargli valore.

La domanda può sembrare lapalissiana, ma è della massima importanza: se il valore della moneta nasce dalla fiducia delle persone, perché può essere da loro ottenuta solo tramite prestito? A chi emette denaro non è riconosciuta solo la proprietà del mezzo fisico (la banconota) che ha prodotto, ma anche quella del valore da esso rappresentato ed indotto dalla collettività. Non è infatti possibile prestare, scambiare o cedere qualcosa che non si possiede.

Che quanto detto fino ad ora sia vero lo si può comprendere meglio con il classico esempio del banchiere sull'isola deserta: questi può stampare tutto il denaro che vuole, ma le banconote così emesse non varranno mai nulla poiché non c'è gente che vi riponga fiducia.

Poichè si basa sul debito l'emissione di moneta ridistribuisce la ricchezza. Attualmente a godere di questa ridistribuzione sono le banche centrali e quelle commerciali, di certo non lo Stato o i suoi cittadini che si ritrovano a bilanciare l'arricchimento del sistema bancario con le loro passività. Chi crea il denaro si appropria in via esclusiva di un valore generato collettivamente.

Riassumendo: il denaro non è carta straccia, possiede un valore indotto per il solo fatto che le persone lo accettano come mezzo di scambio; tale valore, quindi, è generato dalla stessa collettività che accetta la moneta; emettendo a debito il mezzo fisico che lo rappresenta la banca centrale se ne appropria.

L'emissione tramite debito non serve a dare valore al denaro, ma a consegnare nelle mani del sistema bancario, che lo emette in via esclusiva, la proprietà del valore che esso già possiede.

Spero di essere stato utile,

Alessandro Bono.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Veramente interessante, oserei dire che le "lunghezze d'onda" sono le medesime

Anonimo ha detto...

ciao sandro
ti chiedo una cosa dal momento che non sono in grado di leggere esaurientemente un bilancio ed è proprio solo attraverso questo che penso si possa dirimere una questione che secondo me è essenziale: la base monetaria (M0) cioè l'emissione di moneta da parte della BC è a debito dello stato?
te lo chiedo perchè c'è chi sostiene che si configuri come un debito "non oneroso"
http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=1425
vorrei capirlo una volta per tutte ma attraverso i bilanci della BC e dello stato e non attraverso semplici affermazioni di chicchessia dal momento che questo è un fatto e quindi univocamente dimostrabile.
grazie in anticipo

zigo

ErSandro ha detto...

Zigo, si tratta di un debito oneroso poiché ribalta quello che dovrebbe essere un credito.

Io, come tanti altri, sostengo che la moneta dvrebbe essere di proprietà del popolo poiché è la gente a dargli valore.

L'economista ortodosso ragiona così: lo Stato ottiene 100, per averli si indebita di 100. Gli interessi pagati vengono restituiti e quindi a biancio mi ritrovo con un risultato pari a 0. Ciò vuol dire che non ci sono stati oneri.

In questo modo, però, viene azzerato un valore esistente (creato dalla fiducia che la gente ripone nella moneta) in virtù di una non meglio giustificata proprietà della banca centrale che presta il denaro come fosse suo.

Sopportare un onere non vuol dire solo stare a -100, ma anche avere 0 quando bisognerebbe trovarsi a +100.

Ovviamente tutto ciò è inquadrabile solo in un contesto in cui la politica monetaria smette di essere una politica. Le variazioni della massa monetaria, infatti, non dovrebbero essere affidate alla discrezionalità di un gruppo di individui, ma dovrebbero essere regolate dalle variazioni del valore dell'insieme dei beni e dei servizi prodotti dal paese.

In quel caso un eventuale +100 nel bilancio dello Stato starebbe a rappresentare dei beni reali prodotti nel paese e, quindi, una ricchezza effettivamente esistente.

Non scordare mai che questo aspetto riguarda solo il 10% del circolante, il resto è moneta creditizia creata dal nulla tramite riserva frazionaria.

Mi hai dato uno spunto interessante, probabilmente approfondirò maggiormente in uno dei prossimi post.

Un saluto,
Alessandro.

P.S.=Si tratta di debito perché la moneta entra in cicolazione solo tramite l'acquisto di titoli dello Stato e questi rientrano a tutti gli effetti nel debito pubblico. Se dai una scorsa al bilancio dello Stato vedrai che tutte è finanziato con le tasse o con il debito.

Anonimo ha detto...

grazie sandro ecco il tassello che mi mancava: la proprietà della moneta all'atto dell'emissione.
effettivamente questo ribalta tutto.
scusami ma ho ancora delle domande da farti, magari di argomenti che se vuoi puoi sviluppare meglio in modo che servano a tutti.

1 - se la moneta fosse ancora emessa con sottostante oro (a parte il fatto che non c'è n'è bisogno) varrebbe però il discorso del bilancio nel caso che l'oro fosse di proprietà della BC?

2 - con la privatizzazione delle banche dell'IRI di chi è adesso la proprietà dell'oro custodito dalla banca d'italia?

3 - mi piacerebbe che parlassi del riflusso bancario che non ho capito molto bene

4 - questo è molto vasto.
con che criterio avverrebbe la distribuzione del reddito di cittadinanza sul modello sperimentato a guardiagrele?

forse è un po' troppa roba ma io paziento e ti ringrazio

zigo

ErSandro ha detto...

Figurati Zigo, un po' alla volta provo ad affrontare tutto.

Grazie a te per gli spunti. Probabilmente nel week end (se non prima) pubblicherò un nuovo post in cui parlerò di alcuni temi da te proposti.

Un saluto,
Alessandro.

Anonimo ha detto...

grazie a te

zigo

Luke Skywalker ha detto...

come mai nn ci sono più post su questo blog?