E’ da parecchio tempo che mi occupo di signoraggio e moneta-debito. Ho scritto diversi post e girato un paio di video, sono intervenuto in discussioni online ed ho risposto a molte email. Uno studio che era iniziato quasi per caso è diventato parte integrante della mia vita.
Il giorno in cui ho digitato la parola “signoraggio” in un motore di ricerca ho inconsapevolmente mosso il primo passo lungo un cammino che mi ha portato, per la prima volta, a compiere azioni solo per il fatto di trovarle giuste. Non guadagno nulla dal blog, dai video o dal tempo passato cercando di spiegare le basi dell’economia monetaria a chi ne sa meno di me. A volte per svolgere tali attività mi ritrovo (come tanti altri) a pagare di tasca mia.
Devo ammettere, senza falsa modestia, di avere avuto, nella quasi totalità dei casi, riscontri molto positivi. Su youtube i miei video hanno un discreto numero di visualizzazioni e ricevono ottime votazioni, senza contare le decine di commenti che esprimono apprezzamento per il mio lavoro. Il blog non è molto frequentato ma può contare uno zoccolo duro di lettori affezionati ed è stato più volte linkato da “colleghi” blogger che hanno trovato interessante ciò che scrivo.
Ho sempre cercato di produrre materiale che non fosse solo divulgativo, di documentari ed articoli interessanti scritti e diretti da persone molto più in gamba di me se ne possono trovare a bizzeffe. Ciò che tento di fare è di proporre materiale di approfondimento a chi già ha un’infarinatura della questione e, quando possibile, anche di fornirgli strumenti da utilizzare per dare forza alle sue tesi durante gli inevitabili confronti con coloro che sostengono l’infondatezza di certe teorie. In qualche misura sono riuscito nel mio intento ed ho scoperto che il mio lavoro è stato più volte citato all’interno di diverse discussioni.
Quando mi esprimo provo ad essere formalmente ineccepibile, ad argomentare ogni mia affermazione citando fonti accreditate per evitare che il mio messaggio venga frainteso. Pare proprio che, in qualche modo, abbia raggiunto lo scopo. La riprova di quanto affermo sta nel fatto che in molti, non riuscendo ad attaccare il messaggio, hanno ripiegato sull’unica alternativa possibile: attaccare il messaggero. Si tratta di un atteggiamento di fronte al quale mi viene da sorridere e che non fa altro che confermare la veridicità di quanto affermo.
E’ proprio quando il nostro interlocutore comincia a dire che siamo nel torto per motivi che trascendono dall’analisi di quanto affermiamo che riceviamo la conferma della validità del nostro pensiero.
Spesso, quando a parlare di signoraggio bancario è una persona che non si occupa di economia, questa viene invitata a studiare la materia con un tono che, quasi sempre, sfocia nella presunzione. Negli ultimi mesi è capitato che di fronte a tale atteggiamento di derisione siano stati citati i miei video come prova del fatto che ci sono alcuni economisti titolati che parlano di questi argomenti e che la trattazione parziale ed incompleta di certi concetti all’interno degli stessi libri di testo porta gli autori a cadere in contraddizione e a dire mezze verità senza svilupparne le conseguenze. La risposta è stata più o meno sempre la stessa: un economista fuori corso (riferendosi al sottoscritto) è il meglio che siete riusciti a trovare per sostenere le vostre posizioni?
Non so se ridere o piangere all’idea che esistano persone secondo cui la competenza di qualcuno si può misurare tramite il tempo impiegato per completare gli studi. Chissà in quanto tempo si è laureato il medico che li cura così bene ed a cui affidano i loro figli o se, durante gli studi, l’avvocato che ha difeso i loro interessi facendogli vincere la causa è stato ripetutamente bocciato all’esame di diritto privato. E non voglio neanche considerare tutti i personaggi in seguito ritenuti geniali che hanno avuto grandi difficoltà in ambito accademico perché dovrei aprire un altro blog solo per questo argomento. Mi limiterò a citarne uno su tutti citando il caso di Giuseppe Verdi: da ragazzo non riuscì ad entrare nello stesso Conservatorio di Milano che in seguito gli è stato intitolato.
Tali discorsi sono fatti in modo arbitrario e gratuito per due ragioni: primo, ritenere valida l’equazione per cui “rapidità nello studio = competenza” è quantomeno infantile; secondo, mi dispiace deludere i miei detrattori, ma io non sono mai stato fuori corso. Ho conseguito la laurea triennale in “Economia delle Istituzioni e Finanza” nel terzo anno accademico e la specialistica (che dura due anni) in “Mercato del Lavoro, Relazioni Industriali e Sistemi di Welfare” al secondo. Se ho completato gli studi a 26 anni invece che a 24 le ragioni vanno cercate altrove (per i più maliziosi: no, non sono mai stato bocciato a scuola) e non ho intenzione di esporle in questa sede, ma se proprio devo essere attaccato almeno che sia per un motivo valido e non per una supposizione basata sul nulla.
La verità non è nei titoli di chi la proclama, ma nei riscontri pratici che gli danno ragione. Cercare di screditare chi parla per vincere un dibattito è una tecnica vecchia come il mondo ma fortunatamente, se ad ascoltare sono persone intelligenti, non funziona.
Vorrei concludere con quello che di norma è un inizio: presentandomi. Ci ho messo la faccia e ora aggiungo pure il nome. Quando si è convinti delle proprie posizioni non ha senso nascondersi dietro a un nick.
Alessandro Bono, il piacere e tutto mio.
P.S.= Pubblico questo post per non dover tornare più su certi argomenti. Lo dedico a tutti quelli che, da una parte o dall’altra, pensano che denigrare il proprio interlocutore sia un buon mezzo per vedersi attribuita la ragione. Porgere l’altra guancia è un segno di superiorità, non di debolezza.