Istruzioni per l'uso

Un buon modo per farsi un'idea dell'argomento trattato in questo blog è visionare il documentario "La Moneta come Debito". Per chi volesse approfondire ho stilato una breve lista di fonti sugli argomenti signoraggio/sovranità monetaria. La potete trovare nel post "Bibliografia Essenziale". L'elenco è in costante aggiornamento.

I commenti non sono moderati, siete liberi di esprimervi nel modo che ritenete più opportuno. Ognuno è responsabile del suo pensiero, io rispondo solo delle parole scritte di mio pugno.

Benvenuti,
(ersandro@autistici.org)

Prima di esprimere qualunque dubbio o giudizio vi consiglio di leggere i seguenti post. Potreste trovare le risposte alle vostre domande.

F.a.q.-Parte Prima (Le banche commerciali emettono moneta?)
F.a.q.-Parte Seconda (Da dove prende valore la moneta?)
F.a.q.-Parte Terza (Esiste una soluzione?)

venerdì 28 novembre 2008

Inflazione - Parte Seconda

Un incendio distrugge la metà delle riserve di petrolio disponibili sul mercato, il prezzo della benzina sale. Cambiano le tendenze della moda, le collezioni dell'anno precedente vengono vendute con forti sconti. Un nuovo macchinario rende meno costosa la produzione dei microprocessori, i computer diventano più convenienti. Gli shock nella domanda o nell'offerta di un determinato bene comportano variazioni del suo prezzo, si tratta di un fenomeno logico e semplice da comprendere. Si chiamano fluttuazioni dei prezzi e, a seconda dei casi, possono essere al rialzo o al ribasso. 

L'inflazione, però, è un'altra cosa. A prescindere dalle fluttuazioni e dagli shock il livello generale dei prezzi cresce costantemente nel tempo. Cosa spinge i prezzi ad aumentare anche in assenza di eventi che modificano la domanda o l'offerta dei beni sul mercato? Nel post precedente è stato sottolineato che, oltre agli elementi appena elencati, a causare inflazione può essere solo la presenza di un'eccessiva quantità di moneta. Se i prezzi salgono di anno in anno vuol dire che il valore nominale della massa monetaria cresce in ogni dato momento più velocemente di quello dei beni e dei servizi che vengono scambiati nell'economia. Come è possibile? Pensare che i responsabili dell'emissione di moneta siano così miopi da sbagliare le loro previsioni tutti gli anni non è credibile. Deve esserci un'altra ragione.

Prendiamo il caso di un'economia in crescita. Se da un anno all'altro la produzione cresce ed il fine del Governo è di mantenere la stabilità dei prezzi esso dovrà assicurare un aumento della moneta circolante. Nel caso in cui ciò non succedesse si verificherebbero fenomeni di deflazione (calo dei prezzi dovuto all'insufficienza di moneta) con tutte le conseguenze negative che ne deriverebbero.

Torniamo all'esempio. L'economia è cresciuta e si è resa necessaria l'emissione di nuova moneta. Ripassiamo come avviene questa procedura. Il Governo non ha la possibilità di stampare direttamente denaro, l'unica cosa che può fare è emettere titoli di debito e venderli all'asta agli operatori abilitati. Parte di questi titoli saranno poi venduti alla Banca Centrale attraverso operazioni di mercato. Il processo è stato descritto del dettaglio qui. Quello che è importante capire è che per ogni banconota presente sul mercato esiste un corrispondente titolo di debito. In pratica ogni volta che l'economia cresce e viene stampato nuovo denaro il Governo si indebita per un valore maggiore di quello appena creato. Per esempio se l'economia produce un nuovo bene dal valore di 100€ (è bene usare sempre cifre tonde per rendere più semplice la comprensione) per avere l'equivalente in moneta il Governo dovrà emettere un titolo di debito da 100€ più interesse. Ipotizziamo che il tasso di interesse sia fissato al 2% annuo e che il titolo vada rimborsato dopo dodici mesi, risulterà un debito di 102€.

E' bene riflettere un momento sull'assurdità della cosa. Per avere a disposizione il simbolo monetario che rappresenta il valore di un nuovo bene il Governo si deve indebitare per un ammontare maggiore del valore del bene stesso. Prendendo come riferimento i dati ipotizzati precedentemente, ogni volta che il mercato produce beni o servizi per un valore di 100€ per mantenere la stabilità dei prezzi ed evitare deflazione viene creato un debito da 102€. Il discorso resta il medesimo anche nel caso in cui la nuova moneta non è emessa dalla Banca Centrale, ma da un istituto di credito attraverso la concessione di un prestito. Anche in questo caso, infatti, viene applicato un interesse al capitale. 

Se la massa monetaria crescesse esattamente nello stesso modo in cui cresce il valore dei beni e servizi prodotti, nell'attuale sistema della Banca Centrale, il fallimento avverrebbe nel giro di pochissimi anni. Gli interessi, infatti, non verrebbero mai rimborsati e, come visto nel post precedente, il debito aumenterebbe talmente velocemente da fagocitare tutto il prodotto in tempi molto brevi. 

Il mercato ha solo un mezzo per rimandare l'inevitabile: estendere la rete del debito in modo da poter produrre un quantitativo maggiore di moneta e rimborsare, almeno in parte, gli interessi sul debito. Nell'esempio riportato in questo post le banche avrebbero potuto rimandare il loro fallimento acquisendo nuovi clienti ed estendendo, quindi, il debito ad un maggior numero di soggetti. Ovviamente si tratta di una soluzione per il breve periodo. Il debito totale continua a crescere a causa dell'applicazione di un interesse ed il problema è solo rimandato. I soldi utilizzati per coprire gli interessi, infatti, sono a loro volta bilanciati da un altro debito. Ricordate sempre, nel sistema attuale non esiste ricchezza senza che gli corrisponda un debito del medesimo valore più gli interessi.

Torniamo alla domanda iniziale: come è possibile che venga emessa sempre più moneta del necessario? A questo punto la risposta è scontata: oltre al denaro necessario a misurare il valore dei nuovi prodotti bisogna creare quello che serve a coprire gli interessi sul debito che, nella pratica, non corrispondono a nessun bene materiale. Ecco perché i movimenti della massa monetaria generano costantemente e necessariamente inflazione.

Questa constatazione è valida per quanto riguarda il livello generale dei prezzi, ma ovviamente non ci dice nulla sull'andamento del prezzo di un singolo bene. E' come al casinò. Tutti sappiamo che il banco vince sempre e che alla chiusura le vincite totali dei clienti saranno sempre minori delle loro perdite, ciò non toglie che alcuni giocatori concluderanno in positivo. Un discorso simile è applicabile anche ai mercati finanziari ed alle borse, il fatto che qualcuno guadagni non compensa le perdite della collettività.

Abbiamo visto con che ritmo crescono i prezzi, il loro andamento è esponenziale perché l'economia è costretta ad inseguire un debito che aumenta con lo stesso andamento.

In questi giorni si parla molto di recessione e di conseguente abbassamento del livello dei prezzi. Anche se può sembrare una buona notizia non lo è. Nei periodi di deflazione la differenza tra debito e valore della produzione cresce ancora più rapidamente che nel caso di inflazione. In nessuno dei due casi le condizioni migliorano, semplicemente peggiorano a ritmi differenti. In un sistema di regole fallimentari non esiste soluzione. Il primo passo per risolvere un problema strutturale è comprenderlo attraverso lo spirito critico. La cosa peggiore che possiamo fare è affidarci ad una delle opzioni che ci vengono proposte dallo stesso sistema che ci ha portato al collasso.

Nel 1600 Giordano Bruno diceva: "Che mortificazione...chiedere a chi ha il potere di riformare il potere! Che ingenuità!".

Come non essere d'accordo?

ErSandro 

mercoledì 19 novembre 2008

Inflazione - Parte Prima

Con inflazione viene identificato il continuo aumento del livello generale dei prezzi. Si tratta di un fenomeno a cui siamo abituati, ne sentiamo parlare tutti i giorni al telegiornale e lo vediamo costantemente in atto sui cartellini dei centri commerciali. Il fatto che il costo della vita debba aumentare è un concetto ormai profondamente radicato nella nostra idea di società e mercato. Proprio perché è considerata una cosa "normale" in pochi si interrogano sulle cause e sulla natura dell'inflazione. Cerchiamo di fare un po' di chiarezza su di un concetto che influenza in modo tanto determinante la nostra quotidianità. Innanzitutto è bene definire le cause dell'inflazione. Se non avvengono eventi imprevisti che diminuiscono la disponibilità di una certa tipologia di bene (es. una ghiacciata distrugge parte del raccolto di grano) sarebbe lecito attendersi un livello costante dei prezzi. Eppure sappiamo che l'inflazione non è un evento sporadico dettato da particolari congiunture del mercato, ma una costante, al punto che la stessa BCE, pur sostenendo che il suo compito consiste nel preservare il potere d'acquisto dell'euro e perseguire la stabilità dei prezzi, ha deciso che i prezzi sono da considerare stabili quando l'inflazione è inferiore, ma vicina, al 2% annuo (chi volesse approfondire può farlo guardando questo video). Cosa genera questo fenomeno?

In realtà se la quantità di beni e servizi presenti sul mercato e la massa monetaria si muovessero di pari passo non ci sarebbe inflazione. Si tratta di un concetto semplice, espresso in modo chiaro dal prof. Auriti in un video che avevo riportato in un mio vecchio post. Avere un'inflazione costante vuol dire che, costantemente, viene creata moneta in eccesso rispetto all'incremento della produzione.

Come si traduce nella realtà un'inflazione fissa al 2%? In molti hanno difficoltà a figurarsi una crescita basata su di una percentuale fissa. Quasi tutti, infatti, si immaginano un trend lineare, in cui i prezzi aumentano sempre nella stessa misura.





La realtà, però, è ben diversa. Se ho un bene che oggi vale 100€ e l'inflazione è del 2% dopo due anni il suo prezzo non sarà 104€, ma qualcosa di più, per essere precisi 104,04€. L'incremento per il secondo anno non è più di due euro, ma di 2,04. Questo accade perché il 2% viene ricalcolato sul prezzo dopo il primo anno di aumento, quindi su 102€ e non più su 100€. Se ipotizziamo che l'inflazione resti fissa il terzo anno l'aumento sarà ancora più alto, nel caso specifico il 2% di 104,04 è 2,0808. Ogni anno l'incremento sarà maggiore rispetto a quello del periodo precedente.

In effetti la crescita secondo una percentuale fissa si configura come una vera e propria funzione esponenziale. Cercherò di spiegare quanto detto con qualche passaggio matematico. Secondo il modello della BCE, sappiamo che il prezzo di domani (P1) è uguale al prezzo di oggi (P0) più il 2% circa. Possiamo quindi dire che:

P1 = P0 + (P0 x 2/100)

Facendo le dovute semplificazioni si ottiene:

P1 = 1,02 x P0

Analogamente il prezzo del periodo successivo (P2) sarà:

P2 = 1,02 x P1

Vediamo cosa succede se sostituiamo P1 nell'ultima equazione:

P2 = (1,02 x 1,02) x P0

Quindi;

P2 = (1,02)^2 x P0

Secondo lo stesso principio si può dire che:

P3 = (1,02)^3 x P0

E via dicendo. Sintetizziamo quanto detto elaborando una funzione:

Pt = (1+ r)^t x P0

Il prezzo al passaggio t (Pt) è uguale ad 1 più il tasso di interesse r (nel caso specifico 2%, quindi 0,02) elevato al numero di passaggi t, il tutto moltiplicato per il prezzo iniziale (P0). Sapendo il prezzo di partenza ed il tasso di interesse possiamo tranquillamente affermare che si tratta di una funzione esponenziale del tipo y=e^x. Vediamo allora come si comporta una funzione di questo genere.







Le implicazioni di questo modello sono inquietanti, i prezzi infatti crescono ad un ritmo sempre più serrato accelerando verso l'infinito. Cerchiamo di farci un'idea della velocità a cui si svalutano gli euro. Se i prezzi crescono del 2% annuo nel giro di 35 anni raddoppieranno per cui ci vorranno 200€ per comprare quello che oggi costa 100. In 55 anni i prezzi saranno il triplo, in 70 il quadruplo, in 81 il quintuplo e via così. Tutto a partire da un misero 2% fisso.

Quanto detto fino adesso parte dal presupposto che la BCE riesca nel suo intento, cioè mantenere l'inflazione prossima al 2%, ma sappiamo che spesso questa quota viene sforata, soprattutto in Italia. Le conseguenza sono molto più grandi di quanto si possa immaginare. Se l'inflazione fosse, per esempio del 2,5% la quintuplicazione dei prezzi avverrebbe in 65 anni, in 54 se fosse del 3%. La magagna sta nel fatto che il processo, non essendo lineare, è difficile da individuare nei primi tempi e si presenta con tutta la sua forza solo negli ultimi anni.

L'unico strumento con cui le banche fronteggiano la perdita del potere d'acquisto della moneta è l'emissione di nuova moneta. Ovviamente questo non fa altro che velocizzare un processo già di per sé distruttivo.

Con questo post ho cercato di spiegare l'andamento di una funzione che cresce secondo una percentuale fissa. Nel prossimo articolo cercherò di capire perché viene costantemente stampato più denaro di quello necessario a misurare il valore dei nuovi beni prodotti in un'economia in crescita e quale sia il ruolo del signoraggio bancario in tutta questa faccenda.

Nel frattempo un consiglio: la prossima volta rifletteteci bene prima di chiedere un prestito al 6%.

ErSandro

venerdì 7 novembre 2008

Libero Arbitrio

Negli ultimi tempi studio moltissimo, più di quanto non abbia mai fatto in venti anni di scuola e università. Leggo, guardo video, faccio ricerche. La testa è talmente piena che, a volte, perdo il filo dei miei pensieri, al punto che certe notti mi è difficile dormire. Le idee si inseguono, si scontrano, in alcuni casi si fortificano l'una con l'altra nella perenne ricerca della verità che, in varie misure, caratterizza la mia vita come quella di ognuno di noi.

Stranamente il subbuglio e la confusione che sento dentro non si traducono in irrequietezza. All'atto pratico sono molto più tranquillo e sereno oggi di quanto non fossi qualche anno fa, quando l'ignoranza mi permetteva di sorvolare su molte questioni. La mia condizione è dovuta al fatto che oggi mi sento libero quando faccio le mie scelte. Non che ragioni in modo differente, fondamentalmente io sono sempre lo stesso. Ho solo cambiato punto di vista.

Oggi sono libero dal dover accettare le alternative che mi vengono poste davanti limitando il mio spettro decisionale. Se mi chiedono di scegliere tra bianco e nero risponderò che voglio vedere i colori mentre creo una nuova strada che sia allo stesso tempo solo mia e comune a tutta l'umanità. Posso ascoltare un fascista, un comunista, un prete ed un ateo dando ragione a tutti ed a nessuno mentre faccio tesoro di ciò che apprendo. Ogni più piccolo dettaglio, che sia d'accordo o meno, diventa parte di me e mi arricchisce offrendomi la possibilità di riflettere, di capire, di decidere in autonomia.

In molti si relazionano alla vita in modo acritico, decidono da che parte stare in un dibattito basandosi su di una scelta casuale limitandosi a mantenere il punto. Non si pongono mai problemi ma attendono solo le risposte. Per queste persone ogni confronto diventa una limitazione di libertà. Ogni volta che a parlare è qualcuno del loro schieramento sono d'accordo, quando viene espressa un'idea differente automaticamente si oppongono. Se viviamo secondo questo criterio, cioè decidendo a priori cosa è giusto e cosa è sbagliato, ogni nuova opinione diventa un ulteriore paletto al nostro libero arbitrio.

In molti scelgono la schiavitù, spesso crogiolandosi nell'illusione auto-imposta di essere liberi, perché la ritengono una condizione più comoda, in cui lo stress della responsabilità è scaricato su di un altro soggetto. Ritengono che discernere tra giusto e sbagliato sia un compito difficile, qualcosa che solo in pochi possono fare. Ne consegue che, in un impeto di egoismo, preferiscono passare questo onere ad un altro. E', paradossalmente, proprio il loro egoismo a trasformarli in una massa spersonalizzata. Ne nasce un senso di impotenza e frustrazione. Il modo prescelto per combattere lo stress ne diventa, a sua volta, la causa.

L'uomo libero ha realizzato che tutte le voci sono importanti ma, allo stesso tempo, nessuna è indispensabile. Al contrario di quanto accade per lo schiavo ogni nuova opinione è per lui la base di una crescita. Non si tratta di un processo automatico, richiede uno sforzo intellettuale che, per motivi sociali e culturali, non siamo abituati a fare. Al contrario di quanto si possa credere si tratta di un'attività benefica che asseconda la natura dell'animo e della ragione umana il cui compito è proprio quello di riflettere, ponderare, decidere.

Un'automobile lasciata ferma in un garage è destinata a perdere la funzionalità per cui era stata creata. Dopo alcuni anni sarà ridotta ad un rottame e non sarà più in grado di muoversi. La stessa cosa accade con il nostro potere decisionale, se lo lasciamo sopito per troppo tempo finirà con l'intorpidirsi e diventerà sempre più difficile rimetterlo in moto.

Qualcuno più saggio di me diceva che la verità ci avrebbe reso liberi. Se è vero che ogni relazione può essere letta in ambo i versi allora mi sento di dire che la libertà ci renderà veri, rispondenti alla nostra più intima natura.

ErSandro