Istruzioni per l'uso

Un buon modo per farsi un'idea dell'argomento trattato in questo blog è visionare il documentario "La Moneta come Debito". Per chi volesse approfondire ho stilato una breve lista di fonti sugli argomenti signoraggio/sovranità monetaria. La potete trovare nel post "Bibliografia Essenziale". L'elenco è in costante aggiornamento.

I commenti non sono moderati, siete liberi di esprimervi nel modo che ritenete più opportuno. Ognuno è responsabile del suo pensiero, io rispondo solo delle parole scritte di mio pugno.

Benvenuti,
(ersandro@autistici.org)

Prima di esprimere qualunque dubbio o giudizio vi consiglio di leggere i seguenti post. Potreste trovare le risposte alle vostre domande.

F.a.q.-Parte Prima (Le banche commerciali emettono moneta?)
F.a.q.-Parte Seconda (Da dove prende valore la moneta?)
F.a.q.-Parte Terza (Esiste una soluzione?)

venerdì 7 novembre 2008

Libero Arbitrio

Negli ultimi tempi studio moltissimo, più di quanto non abbia mai fatto in venti anni di scuola e università. Leggo, guardo video, faccio ricerche. La testa è talmente piena che, a volte, perdo il filo dei miei pensieri, al punto che certe notti mi è difficile dormire. Le idee si inseguono, si scontrano, in alcuni casi si fortificano l'una con l'altra nella perenne ricerca della verità che, in varie misure, caratterizza la mia vita come quella di ognuno di noi.

Stranamente il subbuglio e la confusione che sento dentro non si traducono in irrequietezza. All'atto pratico sono molto più tranquillo e sereno oggi di quanto non fossi qualche anno fa, quando l'ignoranza mi permetteva di sorvolare su molte questioni. La mia condizione è dovuta al fatto che oggi mi sento libero quando faccio le mie scelte. Non che ragioni in modo differente, fondamentalmente io sono sempre lo stesso. Ho solo cambiato punto di vista.

Oggi sono libero dal dover accettare le alternative che mi vengono poste davanti limitando il mio spettro decisionale. Se mi chiedono di scegliere tra bianco e nero risponderò che voglio vedere i colori mentre creo una nuova strada che sia allo stesso tempo solo mia e comune a tutta l'umanità. Posso ascoltare un fascista, un comunista, un prete ed un ateo dando ragione a tutti ed a nessuno mentre faccio tesoro di ciò che apprendo. Ogni più piccolo dettaglio, che sia d'accordo o meno, diventa parte di me e mi arricchisce offrendomi la possibilità di riflettere, di capire, di decidere in autonomia.

In molti si relazionano alla vita in modo acritico, decidono da che parte stare in un dibattito basandosi su di una scelta casuale limitandosi a mantenere il punto. Non si pongono mai problemi ma attendono solo le risposte. Per queste persone ogni confronto diventa una limitazione di libertà. Ogni volta che a parlare è qualcuno del loro schieramento sono d'accordo, quando viene espressa un'idea differente automaticamente si oppongono. Se viviamo secondo questo criterio, cioè decidendo a priori cosa è giusto e cosa è sbagliato, ogni nuova opinione diventa un ulteriore paletto al nostro libero arbitrio.

In molti scelgono la schiavitù, spesso crogiolandosi nell'illusione auto-imposta di essere liberi, perché la ritengono una condizione più comoda, in cui lo stress della responsabilità è scaricato su di un altro soggetto. Ritengono che discernere tra giusto e sbagliato sia un compito difficile, qualcosa che solo in pochi possono fare. Ne consegue che, in un impeto di egoismo, preferiscono passare questo onere ad un altro. E', paradossalmente, proprio il loro egoismo a trasformarli in una massa spersonalizzata. Ne nasce un senso di impotenza e frustrazione. Il modo prescelto per combattere lo stress ne diventa, a sua volta, la causa.

L'uomo libero ha realizzato che tutte le voci sono importanti ma, allo stesso tempo, nessuna è indispensabile. Al contrario di quanto accade per lo schiavo ogni nuova opinione è per lui la base di una crescita. Non si tratta di un processo automatico, richiede uno sforzo intellettuale che, per motivi sociali e culturali, non siamo abituati a fare. Al contrario di quanto si possa credere si tratta di un'attività benefica che asseconda la natura dell'animo e della ragione umana il cui compito è proprio quello di riflettere, ponderare, decidere.

Un'automobile lasciata ferma in un garage è destinata a perdere la funzionalità per cui era stata creata. Dopo alcuni anni sarà ridotta ad un rottame e non sarà più in grado di muoversi. La stessa cosa accade con il nostro potere decisionale, se lo lasciamo sopito per troppo tempo finirà con l'intorpidirsi e diventerà sempre più difficile rimetterlo in moto.

Qualcuno più saggio di me diceva che la verità ci avrebbe reso liberi. Se è vero che ogni relazione può essere letta in ambo i versi allora mi sento di dire che la libertà ci renderà veri, rispondenti alla nostra più intima natura.

ErSandro

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bello l'articolo.

A proposito di schieramenti, anche io trovo la cosa fondamentalmente sbagliata.
Al di la di quelli politici, quelli che mi fanno più paura sono quelli di semplice "gruppo sociale". Ti faccio un esempio: ti sarà capitato di trovarti a dover sostenere una posizione in un gruppo di "amici"/coinquilini. Cercando di difendere la tua posizione credo ti sarà capitato di arrivare al punto in cui tutti "ridacchiano" in seguito ad una considerazione opposta alla tua tesi, che sul momento sembra tenere. Subito dopo tu smonti la considerazione dell'altro con una considerazione altrettanto brillante, e tutti si ammutoliscono.
Allora la mia considerazione è che se da questa situazione non si impara all'istante che schiararsi con un gruppo è fondamentalmente sbagliato allora non ci si può lamentare delle conseguenze. Perché la società così come è siamo noi.
Quello di ridacchiare dell'altro per le sue considerazioni è un po' un modo per cercare di dominarlo.
A volte la società di oggi non mi sembra diversa da quella forcaiola che sputava sull'incriminato di turno invocandone l'impiccagione senza sapere niente in merito alla sua reale colpevolezza. Semplicemente si tendeva a prendere una posizione, a schierarsi con un gruppo, perché dubbio non è ammesso. Chiaramente il gruppo "giusto" era il più numeroso e/o quello che urlava di più. Se non sei schierato, la gente non sa come trattarti, sei un bestia strana. Se stai una volta da una parte ed una volta dall'altra, allora sei solo un'opportunista e non uno che sta dalla parte di quella che pensa essere la verità. La gente oggi si comporta sostanzialmente allo stesso modo. Per questo non mi piace "la piazza", la trovo una cosa molto "forcaiola" nella sua sostanza. Io non rido mai delle considerazioni degli altri, è molto più piacevole portarli "dalla tua" ed ancora più piacevole scoprire di avere torto.