Istruzioni per l'uso

Un buon modo per farsi un'idea dell'argomento trattato in questo blog è visionare il documentario "La Moneta come Debito". Per chi volesse approfondire ho stilato una breve lista di fonti sugli argomenti signoraggio/sovranità monetaria. La potete trovare nel post "Bibliografia Essenziale". L'elenco è in costante aggiornamento.

I commenti non sono moderati, siete liberi di esprimervi nel modo che ritenete più opportuno. Ognuno è responsabile del suo pensiero, io rispondo solo delle parole scritte di mio pugno.

Benvenuti,
(ersandro@autistici.org)

Prima di esprimere qualunque dubbio o giudizio vi consiglio di leggere i seguenti post. Potreste trovare le risposte alle vostre domande.

F.a.q.-Parte Prima (Le banche commerciali emettono moneta?)
F.a.q.-Parte Seconda (Da dove prende valore la moneta?)
F.a.q.-Parte Terza (Esiste una soluzione?)

mercoledì 30 settembre 2009

Edison e Ford

(Oggi vi propongo la traduzione dell'articolo contente la famosissima citazione di Edison sull'emissione di moneta. A parlare è anche Henry Ford che, come ben sappiamo, più volte si era pronunciato riguardo al meccanismo di emissione a debito. Buona Lettura).

Perché il Governo dovrebbe pagare gli interessi ad un sistema bancario privato per l'uso della sua stessa moneta, che potrebbe emettere da solo senza interesse? Questo è esattamente ciò che i sostenitori del Credito Sociale del "Micheal" Journal si chiedono quando fanno pressione al Governo Federale affinché il nostro paese si riprenda il potere di emissione. Anche due famosi Americani, l'industriale Henry Ford (pioniere dell'industria automobilistica americana) e l'inventore Thomas A. Edson (che, nonostante abbia frequentato la scuola per soli tre mesi, è riuscito a brevettare più di 1000 invenzioni) erano d'accordo con la proposta. L'elemento che aiutò Ford ed Edison, due grandi amici, a raggiungere questa conclusione fu la loro tendenza a ragionare come ingegneri, che considerano solo i fatti e le leggi fisiche della natura, al contrario della maggior parte degli economisti, che hanno a che fare con nozioni arbitrarie che molte volte non si adattano alla realtà dei fatti.

Ford ed Edison nel 1920 (nel testo originale è riportato come data il 1928, ma si tratta di un errore che ho corretto dopo aver effettuato alcune ricerche n.d.t.) ispezionavano la centrale elettrica di Muscle Shoals, costruita sul fiume Tennessee. Furono intervistati dal New York Times che ha pubblicato queste interviste nei numeri del 4 e del 6 dicembre 1921. Queste interviste sono di seguito riportate in forma abbreviata e la lezione che insegnano è valida ancora oggi.

Senza il controllo dei Banchieri non ci sarebbero guerre

"Grazie al funzionamento di questa centrale," disse Ford, "sono possibili molte cose grandiose, una produzione di energia maggiore di quella che questo paese abbia mai conosciuto...L'elemento più importante che vedo in Muscle Shoals è la possibilità di eliminare la guerra dal mondo."

Mr. Ford fu interrogato su come ciò fosse possibile.

"In questo modo," rispose. "E' molto semplice quando si fa un'analisi. La causa di tutte le guerre è l'oro. Grazie a Muscle Shoals dobbiamo dimostrare al mondo la praticabilità e desiderabilità dell'eliminazione dell'oro come base della valuta e la sua sostituzione con il naturale ed imperituro benessere del mondo...
"L'intrinseca malignità dell'oro, in relazione alla guerra, sta nel fatto che può essere controllato. Interrompi il controllo e fermerai la guerra. L'unico modo per interrompere il controllo di questi banchieri internazionali, la strada per porre fine per sempre al loro sfruttamento dell'umanità, è di abolire l'oro come base della valuta mondiale..."

"Con cosa lo si potrebbe sostituire?" gli fu chiesto.

"Questo è il punto in cui entra in ballo Muscle Shoals," disse Mr. Ford: "guardi che spettacolo abbiamo di fronte. Un esercito di ingegneri dice che ci vorranno $40,000,000 per completare la diga. Ma il Congresso in questo periodo è di manica stretta e non è dell'umore giusto per aumentare la tassazione. L'alternativa sono titoli al 4 per cento a scadenza trentennale. L'America, il più importante Governo del mondo, quando desidera $40,000,000 per portare a termine una grande opera pubblica è obbligata a recarsi dai venditori di moneta per comprare la sua stessa valuta. Alla fine dei 30 anni non solo deve ripagare i $40,000,000 ma anche il 120 per cento di interessi, letteralmente deve pagare $88,000,000 per poter utilizzare $40,000,000 per 30 anni...Pensateci bene. Potrebbe esserci qualcosa di più infantile e antieconomico?"

Denaro governativo libero da debito

"Ora, io vedo un modo in cui il nostro Governo può completare questa grande opera senza pagare un nichelino ai venditori di moneta. E' solido come il granito e non comporta nulla di difficile. E' così semplice che, forse, le persone comuni non riescono a vederlo.
"Il Governo ha bisogno di $40,000,000. Cioè 2 milioni di banconote da 20 dollari. Il Governo dovrebbe emettere quelle banconote e con esse pagare tutte le spese collegate al completamento della diga. Con la diga completata questa potrebbe essere messa in funzione e, in un periodo di tempo più breve di quello che potreste immaginare, l'intera somma di $40,000,000 emessa potrebbe essere ritirata dal mercato grazie agli introiti generati dalla centrale."

"Ma supponiamo che un imprenditore non voglia accettare questo tipo di valuta in pagamento" gli fu obiettato.

"Non è una situazione possibile," disse Mr. Ford sorridendo. "In questo modo si arrogherebbe il diritto di governare.
"Emettere moneta nazionale, $30,000,000 per finanziare Muscle Shoals, sarebbe la cosa giusta da fare. Una volta che il metodo dell'emissione monetaria per finanziare i miglioramenti pubblici verrà provato il paese non vorrà più tornare indietro al metodo dei titoli..."

"Quindi ecco (Henry) Ford che ci propone di finanziare Muscle Shoals con un'emissione di valuta invece che di titoli. Molto bene, supponiamo che il Congresso segua la sua proposta. Personalmente non ritengo che il Congresso abbia immaginazione a sufficienza per farlo, ma supponiamo che lo faccia. La somma necessaria viene autorizzata - diciamo $30 milioni. Le banconote vengono emesse direttamente dal Governo, come dovrebbe accadere per tutta la moneta.
"Al momento del pagamento gli operai ricevono queste banconote degli Stati Uniti. A parte il fatto che le banconote potrebbero riportare il simbolo di una diga invece che di una ferrovia ed una nave, come accade per alcune banconote della Federal Reserve, sarebbero uguali a qualunque altra valuta messa in circolazione dal Governo; sarebbero moneta a tutti gli effetti.
"Si baserebbero sul benessere pubblico già presente in Muscle Shoals; verrebbero ritirate attraverso gli incassi della diga. E' così, la popolazione degli Stati Uniti avrebbe a disposizione tutto quello che immette dentro Muscle Shoals e tutto quello che può trarne per secoli...l'infinita energia produttrice di benessere del fiume Tennessee...senza tasse e senza aumento del debito pubblico."

"Ma supponiamo che il Congresso non se ne renda conto, cosa succederebbe allora?" Fu chiesto ad Edison.

"Il Congresso dovrebbe tornare al vecchio modo di fare affari. Dovrebbe autorizzare un'emissione di titoli. Dovrebbe recarsi dai mercanti di moneta per chiedere un quantitativo di valuta nazionale sufficiente a portare a termine un'opera che è una grande risorsa per il paese, e noi saremmo costretti a pagare l'interesse ai mercanti di moneta per l'utilizzo del nostro stesso denaro.
"Con il vecchio metodo ogni volta che desideriamo aumentare il benessere nazionale siamo costretti ad aumentare il debito nazionale.
"Questo è ciò che Henry Ford vuole prevenire. Lui pensa che sia stupido, e lo penso anche io, che per un prestito di 30 milioni della sua stessa moneta, la popolazione degli Stati Uniti debba essere costretta a pagare 66 milioni - questa è la cifra contando anche l'interesse. Persone che non scaveranno neanche una palata di terra né contribuiranno per un'oncia di materiale raccoglieranno dagli Stati Uniti più denaro di quanto raccoglieranno le persone che forniscono materie prime e lavoro.
"Questa è la cosa terribile degli interessi. In tutte le nostre grandi emissioni di titoli l'interesse è sempre maggiore del capitale. Tutte le nostre grandi opere pubbliche costano più del doppio del loro costo effettivo. Ma il punto è questo.
"Se la nostra nazione può emettere un titolo di debito da un dollaro allora può emettere una banconota da un dollaro. Ciò che rende valido il titolo rende valida anche la banconota. La differenza tra il titolo di debito e la banconota è che il titolo permette ai mercanti di moneta di raccogliere il doppio dell'ammontare del titolo più un 20 per cento addizionale, mentre la valuta paga solo quelli che contribuiscono direttamente a Muscle Shoals in modo utile...
"E' assurdo dire che il nostro paese può emettere $30 milioni in titoli e non $30 milioni in valuta. Entrambe sono promesse di pagamento, ma una ingrassa gli usurai e l'altra aiuta la popolazione. Se la valuta emessa dal Governo non fosse valida allora non sarebbero validi neanche i titoli di debito. Quando il Governo, per incrementare il benessere dalla nazione, si deve indebitare e sopportare il rovinoso pagamento di interessi a vantaggio di uomini che controllano il valore fittizio dell'oro si viene a creare una situazione terribile."

sabato 26 settembre 2009

Comunicazione di Servizio (7)

24a Fiera delle Verità

3 ottobre 2009 - San Vito al Tagliamento (PN)
Piazza del Popolo, portico della Loggia.

Informazioni

Vi aspetto numerosi.

Un saluto,
Alessandro Bono

martedì 15 settembre 2009

Comunicazione di Servizio (6)

23ma Fiera delle Verità

26 settembre 2009 - Frascati (RM)
presso centro culturale spazio ZIP in via Mamiani, 6

Informazioni

Come sempre siete tutti invitati a partecipare.

Saluti,
Alessandro Bono

lunedì 14 settembre 2009

Sì, però...

Tipiche obiezioni di chi non vuole capire e le risposte di chi ha studiato.

...la Banca d'Italia non è una S.p.a.
Vero. Chiunque affermi il contrario sbaglia. La Banca d'Italia è definita dal suo statuto come istituto di diritto pubblico ed il suo capitale sociale non è suddiviso in azioni ma in quote. Il problema è che queste quote sono possedute al 95% circa da società private, nello specifico banche ed assicurazioni.

...l'identità di chi possiede le quote della BdI è irrilevante.
I titolari delle quote della BdI ne costituiscono l'assemblea ed hanno la possibilità di esprimere un numero di voti proporzionale al numero di quote possedute. Tra le altre cose l'assemblea ratifica il bilancio ed elegge il consiglio superiore. Questo, a sua volta, è il primo organo a pronunciarsi sull'identità dei governatori. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, infatti, il presidente della repubblica si limita ad accettare o rifiutare il nominativo che, dopo diversi passaggi, gli viene proposto per tale carica. Se l'assetto proprietario della BdI fosse veramente irrilevante non si capirebbe perché l'art. 3 del suo statuto, inizialmente, prescrivesse che la maggioranza delle quote dovesse rimanere in mano ad enti pubblici e, dopo decenni in cui questa norma fu regolarmente ignorata, si sentì il bisogno di modificarlo. Questo provvedimento venne preso dopo che furono resi pubblici i nomi dei veri proprietari della BdI e regolarizzò di fatto la condizione illecita che si era venuta a creare. Invece di far rispettare la regola si preferì cambiarla.

...la BdI non può comprare titoli del debito pubblico alla loro emissione.
Si tratta di una precisazione inutile. E' vero che la BdI può acquistare i titoli solo in un secondo momento tramite operazioni di mercato aperto, ma questo non fa alcuna differenza. Vediamo cosa succede in entrambe i casi:

1) la BdI compra titoli contestualmente alla loro emissione. Il governo ha in mano un bot da 100€, la BdI lo acquista con una nuova banconota da 100€. Alla fine del giro il governo avrà 100€ in più e la BdI il bot.

2) la BdI può comprare titoli solo sul mercato aperto. Il governo ha in mano un bot da 100€, un privato lo acquista con 100€ che già esistevano sul mercato, la BdI compra il titolo dal privato con una nuova banconota da 100€. Alla fine del giro il governo avrà in mano 100€ in più, la BdI il bot mentre per il privato non cambia nulla (o quasi) visto che prima compra e poi vende. La differenza sta nel fatto che all'emissione i titoli vengono venduti tramite asta per cui il privato potrà acquistarli ad un prezzo vantaggioso. Supponiamo che un operatore acquisti all'asta il bot dell'esempio a 99.7€ invece che a 100€ e che, quindi, ottenga un ricavo dalla sua vendita. Nella sostanza non cambia nulla se non che dei nuovi 100€ in circolazione al governo ne vanno solo 99.7 e 0.30 andranno a privati.

Da notare che questa regola cambia da nazione a nazione ad ulteriore dimostrazione del suo carattere puramente formale.

...la BdI non può spendere i soldi che incassa.
Ma noi li abbiamo comunque dovuti pagare. Nell'equilibrio dei poteri non importa essere più ricco, ma poter tenere il "rivale" in debito. Immaginate un negoziante tiranneggiato da uno strozzino senza scrupoli. Cambierebbe forse qualcosa se quest'ultimo invece di spendere i soldi che gli vengono consegnati a restituzione del debito decidesse di bruciarli?

...i titoli di debito servono a dare valore al denaro. Senza sarebbe solo carta straccia.
Assolutamente falso. Il denaro ha valore perché viene convenzionalmente accettato. Si tratta di un principio economico enunciato in tutti i testi accademici. Per averne la prova basta guardarsi attorno: la gente dà valore al denaro pur non sapendo nulla delle meccaniche monetarie ed ignorando che a garantirlo ci sono titoli del debito pubblico.

...non è vero che le banche commerciali possono emettere moneta.
Pare assurdo, ma questa la sentirete molto spesso. Assurdo perché è smentita dai dati (il 90% circa del denaro esistente esiste solo sotto forma di numero su di un conto corrente) e va contro ciò che dicono gli stessi libri testo. Insomma, quando un opuscolo edito dalla Federal Reserve nel paragrafo "Who creates money?" ci dice che la maggior parte del denaro viene emesso dal sistema bancario non capisco come si possa ancora obiettare. La chiamerei "l'obiezione dell'ignorante".

...che dovremmo fare? Tornare al baratto?
E' la tipica domanda, fatta con tono derisorio, di chi proprio non vuole ascoltare. Se il vostro interlocutore dovesse uscirsene con queste parole il mio consiglio è di perdere le speranze e lasciarlo cuocere nel suo brodo. Si tratta in realtà di una resa: poiché non riesce a rispondere alle vostre argomentazioni la persona con cui state parlando cerca di cambiare discorso buttandolo sul grottesco.

...comunque è impossibile cambiare le cose.
Da notare che chi vi dice una cosa del genere vi sta, in realtà, dando ragione. Se poi di fronte ad un problema si preferisce fregarsene e girarsi dall'altra parte ciò dimostra solo la propria inconsistenza.

E per finire un classico, costantemente riproposto sotto diverse forme ed infinite varianti tutte riconducibili a...

...comunque il sistema funziona.
Vero. Funziona male.


A tutti un saluto,
Alessandro Bono

P.S.=ovviamente in questo post ho riportato solo una piccolissima selezione delle obiezioni che vi muoveranno. Non escludo di ampliarlo in futuro, magari anche con la collaborazione di voi lettori.

mercoledì 9 settembre 2009

Non credo capirete questo video...

Un viaggio onirico verso un mondo migliore.



E voi, lo avete capito?

P.S.= l'autore del video non sono io, ma un altro associato del PRIMIT. Lo potete trovare/contattare tramite il suo canale youtube

martedì 8 settembre 2009

Moneta

Visto che quando si parla di signoraggio si parla di moneta penso che possa essere utile comprendere cosa si intende con questa parola. Spesso infatti, cadendo in un errore formale molto comune, si identifica erronaemente il concetto di moneta con quello più riduttivo di moneta fisica intesa nella forma di monete metalliche e banconote.

Partiamo dalla definizione di "moneta" che è possibile reperire nel dizionario economico online della casa editrice "simone". Cito testualmente:

"Bene comunemente accettato come unità di misura del valore, mezzo di scambio e di pagamento.
In teoria, la funzione di intermediario degli scambi potrebbe essere svolta da una qualunque merce convenzionalmente accettata da tutti (la moneta è, appunto, accettata per convenzione da tutti gli operatori del sistema economico)."


Leggendo queste poche righe è già possibile trarre due considerazioni: (1) la moneta è accettata per convenzione e (2) il ruolo monetario può essere svolto, potenzialmente, da qualunque bene. Il secondo punto è particolarmente importante poiché nel sistema economico attuale esistono diversi "beni" che ricoprono la funzione di moneta.

Nei testi la massa monetaria è indicata dalla lettera maiuscola M. Tale valore non è costituito, come si potrebbe istintivamente pensare, dal conteggio delle banconote in circolazione (grandezza che ne costituisce solo una parte) ma viene ricavato sommando diverse grandezze dette "aggregati monetari". Vediamo cosa dice in proposito il dizionario economico:

"Insieme delle forme di attività finanziarie che hanno un certo grado di liquidità (v. Quasi-moneta) e che quindi possono assolvere le diverse funzioni normalmente attribuite alla moneta. Gli aggregati monetari sono generalmente indicati con i simboli M1, M2 ed M3."

E' possibile, quindi, individuare almeno tre sottocategorie di "attività finanziarie" che nel nostro sistema economico ricoprono il ruolo di moneta. Tale suddivisione segue il criterio della "liquidità", concetto che si riferisce alla facilità con cui è possibile "spendere" le varie tipologie di moneta. Continuando nella lettura M1 viene definito come l'aggregato monetario più liquido (più facilmente spendibile):

"Nel primo caso l'attenzione è posta sulla funzione di intermediaria negli scambi svolta dalla moneta; per questo motivo la sigla M1 comprenderà tutti i mezzi di pagamento che hanno la caratteristica di essere immediatamente spendibili (liquidità primaria).
Tali mezzi sono: i biglietti emessi dalla banca centrale (v. Banconota) e da depositi in conto corrente trasferibili a vista mediante assegno.
M2 (o liquidità secondaria) è ottenuto aggiungendo ad M1 tutte le altre attività altamente liquide con valore certo a qualsiasi data futura (ovvero i depositi a risparmio, bancari e postali, ed i buoni fruttiferi postali detenuti dal pubblico).
Quanto più si prendono in considerazione attività finanziarie che fruttano un interesse e che sono meno liquide, tanto più si pone l'accento sulla funzione di fondo di valore della moneta. Così se a M2 si aggiungono i buoni ordinari del tesoro (v. BOT) detenuti dal pubblico, si ottiene l'aggregato M3. "

L'aggregato M2 include quindi anche i conti correnti. I depositi bancari, quindi, svolgono a tutti gli effetti la funzione di moneta perché sono convenzionalmente accettati come mezzo di scambio.

Sempre dal Simone riporto la definizione di "deposito bancario":

"Deposito di denaro presso una banca regolamentato dagli artt. 1834 e segg. del codice civile.
È un deposito irregolare in quanto il denaro depositato passa in proprietà alla banca e questa si impegna a restituire al depositante la medesima somma nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto, ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi (art. 1834 c.c.)."


L'estratto conto del signor X indica, quindi, la quantità di denaro che la banca promette di restituirgli nel momento in cui egli dovesse richiederla indietro e non quanto fisicamente essa tiene in cassa a suo nome. A ciò bisogna aggiungere che il denaro depositato diventa proprietà della banca (che ne può disporre come più le aggrada) fino a quando esso non viene prelevato. Già questo elemento dovrebbe sfatare l'idea comunemente accetta di banca come "salvadanaio" atto solo a conservare dei valori in nome del cliente. Nel momento in cui il signor X deposita del denaro sul suo conto corrente ne perde la proprietà e diventa titolare di un estratto conto, cioè di una promessa di restituzione della moneta depositata.

E' lecito domandarsi perché, a livello convenzionale, delle promesse di pagamento in denaro fisico vengano accettate come mezzo di scambio. La risposta, a dire il vero scontata, è che tali promesse sono comunemente considerate credibili. Per renderla più semplice: Il signor Y accetta in pagamento un bonifico bancario del signor X poiché ritiene che la sua banca, nel momento in cui andrà ad effettuare un prelievo, manterrà l'impegno a consegnargli il contante corrispondente.

Il punto è che la credibilità di queste promesse (i singoli conti) si basa unicamente sul fatto che il sistema bancario non viene mai chiamato a mantenerle tutte contemporaneamente. Come già accennato solo ad una piccola parte dei depositi corrispondono quantità di denaro fisico e le banche possono soddisfare la domanda di prelievi in virtù del fatto che i correntisti effettuano la maggior parte dei loro pagamenti senza movimentare banconote ma, semplicemente, passando di mano in mano le promesse di pagamento degli stessi istituti bancari.

Il nostro sistema economico non si basa su qualcosa di tangibile ma sulla fiducia che abbiamo nelle banche. Nel momento in cui questa dovesse venire meno il sistema crollerebbe come un castello di carte. Non è una novità, anzi, si tratta di qualcosa che accade regolarmente quando si verificano periodi di crisi.

In effetti basta molto poco a far saltare l'equilibrio. La quantità di contanti esistente è talmente esigua rispetto all'ammontare dei conti correnti bancari che un aumento di richieste dei prelievi nell'ordine del 10/15% potrebbe già essere in grado di dare il via ad una reazione a catena autodistruttiva.

Facciamo un esempio: per una congiuntura negativa del mercato il pubblico decide di prelevare più denaro del solito per "tenerlo sotto al materasso". Una pretesa forse poco saggia ma comunque più che leggittima se consideriamo che ogni correntista detiene una promessa di pagamento emessa dalla banca presso cui è titolare di un conto (saldo) e che questa è tenuta ad onorarla qualora le venisse richiesto di farlo. Poiché le banconote corrispondenti agli estratti conto non esistono se non in misura di 1 a 10 è lecito attendersi delle difficoltà da parte del sistema bancario. Ciò comporterebbe un abbassamento del livello di fiducia col conseguente aumento di richieste di prelievo. Chi vorrebbe lasciare i propri soldi in una banca che non ne garantisce la disponibilità? Il processo si ripeterebbe fino allo sfociare in una vera e propria "corsa agli sportelli".

Riassumendo: il nostro sistema economico si basa su delle promesse che sono ritenute credibili solo perché non viene richiesto di mantenerle. Nel momento in cui, per qualunque motivo, ciò dovesse accadere l'economia crollerebbe. Considerando che tutto questa massa monetaria è gravata di un debito generatore di interessi diventa semplice capire perché ciò accade ciclicamente.

E' proprio vero: nella società dello spettacolo l'apparenza è tutto.

A tutti voi un saluto,
Alessandro Bono

[Addendum]

Quanto scritto conferma che ogni volta che chiediamo un prestito e questo non viene erogato in contanti (praticamente sempre) la banca, in realtà, non ci sta prestando del denaro, ma delle promesse di pagamento. Poiché effettuiamo la quasi totalità dei pagamenti con mezzi quali carte di credito/assegni/bonifici/ecc. la banca non viene praticamente mai chiamata ad onorarle e, nonostante ciò, pretende il pagamento di un interesse su tali promesse. Si tratta del principio alla base della riserva frazionaria.

La prossima volta che accenderete un mutuo o otterrete un finanziamento provate a chiederli in contanti e guardate cosa succede.

Per citare un famoso film: "Benvenuti nel mondo reale."

giovedì 3 settembre 2009

Ripasso

Sono il primo a dirlo: quando scrivo spesso mi lascio andare a riflessioni filosofiche che, condivisibili o meno, si discostano dai dati oggettivi riguardanti la questione signoraggio. E' pur vero che questo non ha mai voluto essere un blog didattico, semmai l'idea era quella di mettere a disposizione di chi ha già un'infarinatura dell'argomento un luogo dove poterne discutere ed approfondirne gli aspetti meno palesi.

Come si dice a Roma, però, "Nessuno nasce imparato" e, alle volte, anche chi pensa di avere sviscerato tutte le sfaccettature di un problema può trarre beneficio dal ripassarne le premesse basilari. Ogni tanto è utile riportare i piedi per terra.

Settembre è ormai iniziato, le scuole stanno per riaprire e la fine dell'estate è prossima. Quale occasione migliore, quindi, per fare un piccolo riassunto della storia e dei concetti fondamentali riguardanti l'emissione monetaria?

L'etimologia del termine signoraggio fa chiaramente riferimento all'epoca feudale. L'espressione "aggio del Signore", infatti, evoca immediatamente l'immagine del borgo medioevale in cui a battere moneta metallica era proprio il suddetto signorotto che, in nome del popolo, esercitava la cosiddetta "Sovranità Monetaria". Facendo ciò il signore percepiva un reddito dovuto al fatto che esisteva una differenza tra il valore attribuito alle monete emesse e quello che effettivamente incorporavano. In economia, infatti, il termine "aggio" indica la differenza positiva che esiste tra la quotazione di mercato di un bene ed il suo valore reale.

Per capire meglio: il signore sapeva che per far valere una moneta 10 lire non era necessario incorporarvi 10 lire di metallo prezioso (oro, argento o rame) ma ne sarebbero bastate, supponiamo, 9. Scriverci sopra "moneta da 10 lire" apponendovi il proprio ritratto in qualità di rappresentate dello "Stato" (vista l'epoca di cui parliamo le virgolette sono d'obbligo) avrebbe fatto il resto. Questa differenza dava vita al sopra citato aggio che gli avrebbe, quindi, garantito l'equivalente reddito.

Per farla ancora più semplice: se investendo 9 lire di oro mi ritrovo in mano un bene (in questo caso la moneta metallica) che è spendibile sul mercato per 10 lire vuol dire che ho guadagnato 1 lira.

Il passaggio successivo fu la nascita delle banche e l'adozione della moneta convertibile. Tenendo l'oro come punto di riferimento il banchiere emetteva ricevute che (almeno teoricamente) davano diritto a ritirare quantità equivalenti del prezioso metallo. La convertibilità totale, in realtà, non è mai stata garantita. Fin da subito, infatti, il banchiere si rese conto che solo una piccola parte dell'oro depositato veniva effettivamente movimentata ed iniziò ad emettere più banconote di quanto i depositi aurei reali avrebbero permesso di fare. E' così che, in modo occulto e truffaldino, nacque il concetto di riserva frazionaria. Il banchiere, cioè, possedeva fisicamente solo una parte di quanto dichiarava. Roba da finire in galera e che ormai da secoli è perfettamente legale.

[Una piccola digressione: la legge non dovrebbe essere uguale per tutti? Perché per un banchiere (che è un cittadino privato proprio come te che stai leggendo) dovrebbe essere possibile fare impunemente qualcosa che porterebbe dritto dritto in cella l'ErSandro di turno?]

Questo concetto è valido ancora oggi. Sappiamo bene che in realtà i soldi dichiarati sui nostri conti correnti non esistono fisicamente.

Ma torniamo al borgo. A livello teorico, come ragionamento, nell'emettere moneta (ormai banconote) e prestarla sulla base del possesso di un bene fisico non c'è nulla di formalmente scorretto. Proviamo a ragionare dal lato del banchiere: se l'oro è il mio allora è mio anche il simbolo monetario che lo rappresenta, per cui è giusto che nel momento in cui questo esce dalle mie tasche lo debba fare sotto forma di prestito. Nel caso specifico se le banconote hanno un valore è grazie alla copertura aurea che io possiedo.

Che dire, allora, del denaro creato tramite il ricorso alla riserva frazionaria e che, quindi, non ha copertura? Sulla base di quale garanzia è stato emesso?

Qui le cose diventano paradossali: la moneta emessa in surplus (un tempo banconote, oggi numeretti sul computer) rispetto alle riserve viene da un indebitamento, cioè dalla capacità presunta della stessa persona che ottiene il prestito di restituirla. Praticamente esiste grazie alla credibilità di chi ha ottenuto il credito. E' lui a garantirla ma non la possiede, anzi, la deve restituire pagandoci anche gli interessi. Non posso fare a meno di rileggere quanto ho appena scritto ed osservare il monitor con lo sguardo ebete di chi cerca di scovare la logica dietro ad un fatto che trova assolutamente irrazionale. Eppure è proprio così che funziona il sistema. Anzi, oggi c'è anche un'aggravante. La riserva aurea è stata sostituita da quella cartacea, banconote che prendono formalmente valore dalla presunta solvibilità dello Stato. Alla fine dei giochi a garantire il valore dei soldi siamo sempre noi.

Come dicevo in un mio post, in realtà tutti gli economisti sanno benissimo che il denaro non prende valore dal debito o dalle garanzie, ma dalla convenzione. Lo stesso Auriti lo ha spiegato magistralmente quando parlava di valore indotto. Non condivido, quindi, i presupposti dei ragionamenti fatti fino a questo punto. Li ho riportati per mostrare che, anche seguendo la "logica" del sistema, si arriva a conclusioni assolutamente prive di senso.

Gli alchimisti cercavano la pietra filosofale per trasmutare il piombo in oro. Il banchiere ha prima trasformato in oro la carta e poi, con la moneta virtuale, ha iniziato a crearlo dal nulla.

E qualcuno ha il coraggio di dire che l'epoca dei maghi è finita con il medioevo....

A tutti un saluto,
Alessandro Bono