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giovedì 7 maggio 2009
Chapeau
Denuncia del professor Auriti, docente universitario di diritto, della truffa dell'emissione monetaria ai danni del popolo. Si tratta di una registrazione (con rock in sottofondo) di un'intervista concessa da Auriti a Radio Radicale nel 2000, che non ha avuto nessun seguito nei mass media nonostante la gravità delle dichiarazioini rilasciate dal professore.
"Guardi, io ho presentato un disegno di legge al Senato, alla dodicesima, e ripetuta, alla tredicesima legislatura, per la proprietà popolare della moneta. Questo disegno di legge è fatto di cinquanta parole. Sono due articoli. Primo articolo, venti parole: "All'atto dell'emissione, la moneta nasce di proprietà dei Cittadini italiani, e va accreditata dalla banca Centrale allo Stato". La parola più importante è la parola "accreditata", che sostituisce la parola "addebitata".
Oggi, quando nasce un bambino, appena è nato, ci sono quaranta milioni di debito. Perché? Perché è una truffa all'origine. Io ho denunciato per truffa, falso in bilancio, associazione a delinquere, usura e istigazione al suicidio, Ciampi e Fazio. E allora sono stato invitato a fare una conferenza all'"Hotel delle quattro stagioni" a Rieti, ed è venuto il direttore della banca d'Italia locale… è venuto al microfono. Dico i testimoni, per esempio: il senatore Natali di Ascoli, e il senatore Belloni di Rieti.
Duecento persone in sala. Viene al microfono il direttore della banca d'Italia e dice: "Professor Auriti, le devo fare un rimprovero, perché lei ha insinuato che noi della banca d'Italia siamo dei delinquenti". Gli ho detto: "Guardi che è assolutamente falso. Io non ho insinuato. Io ho affermato che voi siete dei delinquenti. E se lei si ritiene offeso, lei mi deve denunciare per calunnia. Perché se lei non lo fa, vuol dire che quello che ho detto è vero. Qui la lotta è mortale.
O devo andare in galera io per calunnia, o deve andare lei in galera per truffa. Se no, è inutile che parliamo dello Stato di diritto". Prendiamo atto che ci troviamo in un regime di usura. Perché il Governatore della banca Centrale batte moneta con un costo del denaro del duecento per cento. Perché ci presta il dovuto, quindi distrugge il cento per cento di un credito, e carica dell'altrettanto cento per cento di debito.
Questo non è solamente usura. È truffa. E io gliel'ho dimostrato. E quando sono stato chiamato dal procuratore della repubblica di Roma Ettore Torri, mi ha chiamato e mi ha detto: "Professor Auriti, lei ha dimostrato l'elemento materiale del reato. Manca il dolo perché… è stato sempre così". E allora ho detto: "Scusi - e ho detto "Eccellenza" - prima di tutto faccio notare che la continuazione del reato è un aggravante, non è un esimente... e lei mi dice: È stato sempre così.
Poi, secondo punto: io ammetto la buona fede, per carità! Però dobbiamo chiarire: fino a quando non ti ho fatto la denuncia! Dopo che ti ho fatto la denuncia, come la mettiamo?" Qui, il reato seguita. Ed io ho fatto la denuncia l'8 marzo del '93, insieme a un pugno di miei studenti. Siamo andati alla Procura della Repubblica e abbiamo firmato. Perché io penso che la migliore lezione che possa dare un professore ai suoi studenti è l'esempio. E quando uno da' questi esempi, esercita la sua dignità. E la dignità gratuita non esiste.
Quando io ho fatto la causa contro la banca d'Italia per avere l'accertamento di chi è la proprietà della moneta, mi hanno dato torto, e mi hanno condannato a dieci milioni di spesa, che è stata trattenuta su iniziativa della banca d'Italia - le spese di causa - sul mio stipendio. Io presi il foglio con cui mi notificavano il pignoramento dello stipendio, e l'ho messo nella bacheca dell'Università, perché ho detto agli studenti: "Ecco, io pago, perché voglio la proprietà popolare della moneta".
È chiaro? La dignità gratuita non esiste. Io mi sento fuori di questo tempo. Ecco perché ho bisogno di cominciare a lanciare dei messaggi che finalmente possono costituire un'alternativa per le nuove generazioni. Oramai le nuove generazioni... se noi seguitiamo così, non avranno altra scelta che quella tra il suicidio e la disperazione.
Questa avverrà se noi non sostituiremo alla moneta debito, la moneta proprietà. Ecco perché noi abbiamo fatto la scuola di Aquila, che si contrappone a Maastricht. Maastricht è moneta debito. Noi siamo moneta proprietà. È una nuova scuola che è nata".
lunedì 4 maggio 2009
F.a.q. - Parte Seconda
Subito dopo la riserva frazionaria e l'emissione della moneta da parte delle banche commerciali l'argomento su cui ricevo più domande è la questione della banca centrale e della carta moneta. I dubbi nascono dal fatto che molte persone indicano lo scambio tra banconote di nuova emissione e titoli del debito pubblico come "condicio sine qua non" affinché le stesse banconote possano avere un valore. Costoro proseguono sostenendo che, se l'immissione di denaro non avvenisse tramite l'acquisto dei suddetti titoli, le banconote sarebbero equiparabili alla carta straccia e perderebbero completamente il loro valore.
Tali ragionamenti sono privi di qualunque fondamento. Pensare che debba esistere qualcosa al di fuori del denaro stesso per dargli valore è contrario a qualunque teoria economica. Vediamo cosa dice al riguardo il Modern Money Mechanics. Il paragrafo "What Makes Money Valuable" ("Cosa dà Valore al Denaro") recita così:
"In the
What, then, makes these instruments - checks, paper money, and coins - acceptable at face value in payment of all debts and for other monetary uses? Mainly, it is the confidence people have that they will be able to exchange such money for other financial assets and for real goods and services whenever they choose to do so."
Traduzione:
"Negli Stati Uniti (come in ogni economia che utilizza moneta a corso legale - n.d.t.) né la carta moneta né i depositi hanno valore presi come beni. Intrinsecamente una banconota è solo un pezzo di carta, i depositi sono semplici scritture contabili. Le monete hanno un qualche valore intrinseco come materiale metallico, ma generalmente si tratta di molto meno del loro valore di facciata.
Cosa, dunque, rende questi strumenti - assegni, carta moneta e monete metalliche - accettabili per il valore di facciata come pagamento per tutti i debiti e per gli altri impieghi monetari? Principalmente è la fiducia che la gente ha nel fatto che sarà in grado di scambiare quel denaro per altre attività finanziarie e per beni e servizi reali in qualunque momento decidano di farlo."
Ecco perché si dice che nelle economie moderne utilizziamo moneta fiduciaria. La fiducia nel denaro può essere dovuta a diversi fattori, nella maggior parte dei casi si ricorre alla tutela legale.
Facciamo un paio di esempi.
Pochi sanno che una delle forme più longeve che il denaro ha assunto nel corso della storia consisteva in semplici bastoncini di legno. I Tally sticks, questo il loro nome, erano ottenibili a costo praticamente nullo e si affiancavano alle normali monete metalliche. Sono rimasti in vigore per oltre 700 anni. Il motivo per cui acquisivano valore era da ricercare nel fatto che si trattava dell'unica valuta accettata per il pagamento delle tasse. Per questo motivo in molti casi la gente preferiva detenere tally sticks al posto delle monete d'oro. La tutela legale valeva più del valore intrinseco.
Anche in Italia il valore dell'euro (e della lira prima di lui) non è certo dovuto al fatto che le banconote sono coperte dai titoli, ma dalla legge che obbliga i creditori ad accettare i pagamenti fatti in denaro. Aggiungo anche che, allo stesso modo dell'Inghilterra medioevale, anche in Italia è obbligatorio utilizzare il denaro per pagare tasse ed imposte. Per capirci 2.000€ euro di tasse possono essere pagati solo con un ammontare equivalente di denaro e non, per esempio, con 2.000€ di frutta, verdura o un qualunque altro bene.
Il denaro, quindi, possiede un valore in virtù della fiducia della gente, non grazie al fatto che è entrato nel mercato tramite l'acquisto di un titolo. Si tratta del valore indotto teorizzato da Auriti.
A tale proposito vorrei fare una precisazione: spesso i difensori del sistema economico attuale accusano chi si occupa di signoraggio e moneta-debito di considerare il denaro come inutile carta straccia. E' esattamente il contrario, semmai sono gli stessi accusatori a pensarla in questo modo. Ne "Il Paese dell'Utopia" possiamo leggere che, essendo stato accettato come misura del valore, il denaro possiede anche il valore della misura. Detto in parole semplici: il solo fatto di aver accettato una banconota da 100€ come misura di un equivalente valore fa sì che quella stessa banconota possieda 100€ di valore. Questo è valido per tutti gli strumenti di misurazione, una riga da un metro può misurare una lunghezza equivalente solo in virtù del fatto che possiede essa stessa tale lunghezza.
Si può arrivare alla medesima conclusione anche ragionando con il buon senso. In fondo le banconote in circolazione possiedono un valore anche se la maggior parte delle persone che le utilizza non ha la minima idea del modo in cui sono state emesse e se esiste o meno un titolo a loro garanzia.
La banconota, quindi, possiede il suo valore per il semplice fatto che la gente vi ripone fiducia. Sono, semmai, gli stessi economisti ortodossi a sostenere che si tratta di carta straccia e che è necessario stampare un titolo di debito (n.b. altra carta) per dargli valore.
La domanda può sembrare lapalissiana, ma è della massima importanza: se il valore della moneta nasce dalla fiducia delle persone, perché può essere da loro ottenuta solo tramite prestito? A chi emette denaro non è riconosciuta solo la proprietà del mezzo fisico (la banconota) che ha prodotto, ma anche quella del valore da esso rappresentato ed indotto dalla collettività. Non è infatti possibile prestare, scambiare o cedere qualcosa che non si possiede.
Che quanto detto fino ad ora sia vero lo si può comprendere meglio con il classico esempio del banchiere sull'isola deserta: questi può stampare tutto il denaro che vuole, ma le banconote così emesse non varranno mai nulla poiché non c'è gente che vi riponga fiducia.
Poichè si basa sul debito l'emissione di moneta ridistribuisce la ricchezza. Attualmente a godere di questa ridistribuzione sono le banche centrali e quelle commerciali, di certo non lo Stato o i suoi cittadini che si ritrovano a bilanciare l'arricchimento del sistema bancario con le loro passività. Chi crea il denaro si appropria in via esclusiva di un valore generato collettivamente.
Riassumendo: il denaro non è carta straccia, possiede un valore indotto per il solo fatto che le persone lo accettano come mezzo di scambio; tale valore, quindi, è generato dalla stessa collettività che accetta la moneta; emettendo a debito il mezzo fisico che lo rappresenta la banca centrale se ne appropria.
L'emissione tramite debito non serve a dare valore al denaro, ma a consegnare nelle mani del sistema bancario, che lo emette in via esclusiva, la proprietà del valore che esso già possiede.
Spero di essere stato utile,
Alessandro Bono.
sabato 2 maggio 2009
F.a.q. - Parte Prima
Ricevo spesso e.mail e commenti che richiedono chiarificazioni e spiegazioni su come le banche commerciali creino denaro. In particolare c'è chi nega che ciò accada, chi è più possibilista e inizia le proprie domande scrivendo "Se fosse come dici tu..." e chi, spaesato dal gran numero di fonti disponibili, mi sottopone articoli in contraddizione con quanto scrivo chiedendomi un'opinione in merito.
In molti pensano che l'emissione di moneta da parte degli istituti di credito privati sia una teoria di una ristretta cerchia di "cospirazionisti", un'opinione basata su una cattiva interpretazione dei testi o dovuta ad una scarsa preparazione in materia. E' curioso constatare che, il più delle volte, a sostenere tale linea di pensiero siano persone che non hanno mai aperto un libro di economia.
Prima di tutto bisogna capire cosa intendiamo per denaro. Se non c'è chiarezza sui termini fondamentali è impossibile costruire un ragionamento. In molti parlando di denaro pensano subito ad un pezzo di carta colorata con un numero sopra, ma nella realtà questa è solo una delle forme che esso può assumere.
Vediamo cosa dice in proposito il "Modern Money Mechanics". Per chi non lo sapesse si tratta di un testo edito dal stessa Federal Reserve (e che quindi non può essere tacciato di scarsa credibilità). Al suo interno sono analizzati i principi di base di un'economia fondata sull'esistenza di una Banca Centrale di emissione e sul ricorso alla pratica della riserva frazionaria. Si tratta di un testo fondamentale di cui consiglio la lettura a tutti coloro che non hanno problemi con l'Inglese.
Dopo l'introduzione troviamo il paragrafo intitolato "What is Money" ("Cos'è il Denaro?"). Al suo interno possiamo leggere:
"Today, in the United States, money used in transactions is mainly of three kinds - currency (paper money and coins in the pockets and purses of the public); demand deposits (non-interest bearing checking accounts in banks); and other checkable deposits, such as negotiable order of withdrawal (NOW) accounts, at all depository institutions, including commercial and savings banks, savings and loan associations, and credit unions. Travelers checks also are included in the definition of transactions money."
Traduzione:
"Oggi, negli Stati Uniti (come nel resto del mondo - n.d.t.), il denaro utilizzato nelle transazioni è principalemente di tre tipi: Valuta liquida (denaro di carta e monete nel portafogli e nei risparmi statali); conti di deposito a vista (conti presso le banche che non generano interessi); e le altre forme di deposito verificabile, in quanto ordini di prelievo negoziabili, esistenti presso tutti gli istituti di deposito, incluse le banche commerciali, di risparmio e le unioni di credito. Anche i travelers check sono inclusi nella definizione di denaro."
Un' altra fonte facilmente verificabile (oltre ad un qualunque testo universitario di macroeconomia) è il dizionario economico online della casa editrice Simone. Alla voce "Moneta" è scritto:
E' quindi universalmente riconosciuto che nella definizione di denaro non rientrano solo le banconote, ma anche i depositi a cui, come sappiamo, non corrispondono necessariamente quantità fisiche di moneta. Non si può andare avanti con il ragionamento se non constatiamo che anche i numeri digitali presenti nei database delle banche commerciali sono denaro a tutti gli effetti.
Se ad emettere le banconote è la Banca Centrale, resta da chiarire chi emette questa ulteriore forma di denaro. Proseguendo nella lettura del MMM e leggiamo il paragrafo intitolato "Who creates Money" ("Chi crea il Denaro"):
"Changes in the quantity of money may originate with actions of the Federal Reserve System (the central bank), depository institutions (principally commercial banks), or the public. The major control, however, rests with the central bank.
The actual process of money creation takes place primarily in banks.(1) As noted earlier, checkable liabilities of banks are money. These liabilities are customers' accounts. They increase when customers deposit currency and checks and when the proceeds of loans made by the banks are credited to borrowers' accounts."
Traduzione:
"Le variazioni della quantità di moneta possono essere originate da azioni del Federal Reserve System (la banca centrale), degli istituti di deposito (principalemente le banche commerciali), o dallo stato. Il controllo principale, comunque, è esercitato dalla banca centrale.
L'attuale processo di creazione del denaro avviene principalmente presso le banche. Come notato precedentemente, le passività delle banche sono denaro. Tali passività sono i conti dei clienti. Questi conti aumentano quando i clienti depositano valuta e assegni e quando i prestiti effettuati dalle banche vengono accreditati sui conti dei beneficiari."
Visionando su youtube il mio video "Il libro di Economia ed il Signoraggio" potrete constatare che la creazione del denaro da parte delle banche tramite il credito è un dato accertato e confermato anche dalle fonti accademiche. Non si tratta di un teoria ma della realtà dei fatti.
Tale processo può avere luogo grazie al ricorso da parte delle banche al meccanismo legalmente regolamentato della "riserva frazionaria". Cercando su wikipedia questo termine e saltando direttamente al paragrafo "L'espansione del credito" possiamo leggere quanto segue:
"La riserva frazionaria è un moltiplicatore che consente l'espansione del credito. In un sistema a riserva frazionaria diversa dal 100% la banca può accreditare del denaro in quantità superiori ai depositi che ha."
Se confrontiamo quanto riportato con ciò che possiamo leggere in un qualunque testo sull'argomento (come lo stesso MMM nei capitoli successivi) non faremo che trovare conferme.
Tirando le somme: le banche commerciali possono incrementare i conti correnti dei clienti pur non possedendo fisicamente il denaro corrispondente; poiché anche i conti correnti sono una forma di denaro, facendo ciò, la banca ne sta creando di nuovo.
Confrontando questa cifra con il bilancio della Banca d'Italia del medesimo anno, a pag.31 possiamo leggere che, a fronte di quei depositi, esistevano 64,6 miliardi di euro in banconote e 7,5 miliardi nei conti di riserva obbligatoria (depositi immediatamente monetizzabili) degli istituti di credito.
Nel 2001 circolavano più di 450 miliardi di euro creati dalle banche commerciali a cui non corrispondevano banconote e che, nella pratica, non erano convertibili in denaro fisico. Passatemi l'espressione, ma si tratta di vero e proprio denaro creato dal nulla. Purtroppo non sono stato in grado di trovare dati più aggiornati sul volume dei depositi bancari in Italia.
Concludo qui la mia analisi. Chiedo perdono se sono stato eccessivamente prolisso, ma ritenevo fondamentale chiarire questo punto. Che le banche creino denaro è un dato di fatto, non è possibile discutere delle conseguenze che questa pratica provoca nell'economia reale con un interlocutore che la mette in dubbio. Se ancora non vi fidate, provate a chiedere all'amico che lavora allo sportello della banca e riceverete solo conferme.
Spero che questo articolo vi possa essere utile, magari quando avrete a che fare (come spesso mi capita) con persone che si ostinano a sostenere che il bianco sia nero.
Sempre a disposizione,
Alessandro Bono.