Che la moneta sia stata una delle più grandi invenzioni del genere umano è cosa certa. Essa ha permesso lo sviluppo della società in un modo e ad un ritmo che sarebbero stati impensabili nell'era del baratto. Questa forma di scambio, in effetti, presentava numerose limitazioni di varia natura. Faccio un paio di esempi.
Un allevatore vuole scambiare una mucca (bene dall'alto valore) con diverse merci meno preziose (frutta, verdura, utensili, ecc.). L'indivisibilità del capo di bestiame, però, lo costringerà ad effettuare diversi scambi intermedi prima di poter ottenere tutto ciò di cui l'uomo ha bisogno (ex. in un primo scambio baratterà la mucca con diversi quintali di pere, parte delle pere andrà scambiata con zucchine, un'altra parte con del legname, e via dicendo) e non c'è garanzia del fatto di riuscire a portarli tutti a termine con successo.
Un agricoltore specializzato nella coltivazione di mele desidera scambiare i suoi frutti con delle fragole. Queste però maturano in un periodo differente dell'anno ed è per lui impossibile attendere svariati mesi senza che le sue mele marciscano e, quindi, che la sua ricchezza deperisca.
In questi due semplici esempi ho sottolineato limitazioni di natura numeraria (quantificazione e suddivisione) e temporale degli scambi in un regime di baratto. In questa sede vorrei concentrarmi in modo particolare sul secondo aspetto.
Una moneta che svolge bene il suo lavoro deve assolvere la funzione di cristallizzare la ricchezza nel tempo, deve cioè permettere di fermare il valore di ciò che è stato prodotto oggi in un simbolo in modo da dare la possibilità a chi il valore lo ha creato di spenderlo in un secondo momento. Ecco perché l'oro ha, in passato, svolto la funzione di moneta di scambio in modo così efficace. Questo metallo possiede delle caratteristiche fisico-chimiche che gli evitano di subire deterioramenti eccessivi anche prendendo in considerazione periodi di tempo molto lunghi (diversi secoli). Se dovessimo avere la fortuna di ritrovare un antico forziere dei pirati potremmo recuperare un quantitativo di oro pressoché identico a quello originariamente sepolto. Solo una minima parte si sarebbe ossidata. Tale è la natura di questo metallo tanto amato dalle culture occidentali.
Basterebbe riflettere su questo punto per rendersi conto del fatto che le moderne banconote svolgono malissimo il compito che gli è stato affidato. La carta moneta, infatti, non riesce a fermare il valore nel tempo e deperisce ad un tasso detto di "inflazione". Ciò avviene perché a garanzia della moneta non c'è nulla di reale ma solo una promessa di restituzione impossibile da mantenere (ricordiamoci sempre dell'applicazione degli interessi).
Nonostante ciò continuiamo a credere che il valore (e quindi la ricchezza) risieda nel denaro. E' tipico dell'essere umano confondere la forma con la sostanza e sovrapporre il simbolo all'oggetto. Basta guardare come tanti cristiani continuino a scambiare la croce con Gesù e la chiesa con la religione.
Ciò non vuol dire che i due aspetti non siano collegati, anzi. Il rapporto tra forma e sostanza è stretto ed indivisibile. Un simbolo monetario che deperisce per la sua stessa intrinseca natura non può fare altro che renderci costantemente più poveri dato che, ormai, lo preferiamo ai beni reali. Ed ecco che, come per magia, non importa più quanto fatichiamo e riusciamo a produrre come collettività, a livello globale siamo e saremo sempre poveri. Se facessimo un calcolo del livello di benessere economico pro-capite di cui gode l'umanità potremmo notare in un batter d'occhio che il bilancio è negativo. Se ogni tanto ce ne scordiamo è solo perché siamo nati in quella minoranza sociale che alza la media. Una media che, è bene ricordarlo, è destinata a calare con il passare del tempo e tale processo è già da anni sotto gli occhi di tutti. Si tratta solo di prenderne atto.
Abbiamo bisogno di una moneta la cui emissione sia subordinata alla creazione di un bene reale, e non alla promessa di ripagarla con la moneta stessa. Una moneta-credito, e non debito. Viviamo in un sistema autoreferenziale in cui il metro per misurare il valore del denaro è il denaro stesso.
Pensate a questo: se possedete una banconota l'unica tutela che la legge garantisce è la possibilità di cambiarla con un'altra banconota dello stesso taglio. Non esiste nessun vincolo per cui, nel momento in cui gliela riportate, chi l'ha emessa (una banca) debba corrispondervi un bene reale. Se oggi questa può sembrare un'inutile sottigliezza legale ricordatevi i crack del passato (anche recente). Le formule giuridiche che oggi non hanno alcun peso possono diventare macigni quando il contesto cambia. Le circostanze (mai come oggi) sono mutevoli, basta un minimo di capacità di vedere le cose per quello che sono (chiaroveggenza o visione chiara) per capire dove stiamo andando a parare.
E' il momento di agire, di fare qualcosa, se non altro per non avere rimpianti domani.
Con ottimismo,
ErSandro.
9 commenti:
Sandro mai sentito parlare di antropocrazia e degli studi economici fatti dal Sig Bellia?
Sì. Ho il libro "Verso l'Antropocrazia", ma ancora non l'ho letto. Mi riprometto di farlo al più presto anche se la lista dei volumi da leggere diventa sempre più lunga ed il tempo libero scarseggia.
Già in passato avevo scritto di Bellia. Se ti può interessare il post è del luglio 2008.
Un saluto,
ErSandro.
P.S.= la casa che stai realizzando è stupenda, complimenti!
Sandro,
se la banca centrale volesse creare una inflazione molto elevata immettendo in circolo molta moneta, sostanzialmente per noi la vita non cambierebbe molto se la produzione restasse buona? aumenterebbero i prezzi, ma se è aumentata anche la moneta in circolo è normale;
voglio dire,
non è che il livello di ricchezza dipenda dalla quantita' di moneta in circolo, ma dalla produzione; quindi anche se la quantita di moneta in circolo è molta ma il livello di produzione resta buono non cambia molto. O sbaglio?
Emanuele, mi fa sempre piacere vedere che mi segui e mi poni delle domande.
Il problema dell'aumento dei prezzi è solo uno: ciò che hai risparmiato ieri domani vale di meno.
In effetti la quantità di ricchezza presente nel mercato non dipende dalla massa monetaria (anche se è questo che molte persone credono), e quindi non diminuisce con l'inflazione. Quello che cambia è la possibilità di accedervi.
In più bisogna anche considerare che la moneta in eccesso richiesta a causa dell'applicazione di un interesse sui crediti (che io ritengo essere la causa principale dei fenomeni inflattivi) non è equamente distribuita ma finisce solo nelle mani di chi il denaro lo può creare dal nulla.
Spero di averti risposto in modo soddisfacente. Se c'è qualcos'altro che non ti convince fammi sapere e cercherò di risponderti.
ErSandro.
visto che ti fa piacere ti faccio altre due domande(sperando di non dire castronerie):
il fatto che i soldi risparmiati ieri domani valgano meno dipende dall'inflazione causata dal sistema debito?
se la produzione restasse la solita e la quantita' di moneta anche, i soldi risparmiati ieri svaluterebbero lo stesso?
Risposta 1
L'inflazione è per sua stessa definizione una diminuzione del potere d'acquisto dovuta ad una crescita eccessiva della massa monetaria. Ritengo che la sua causa principale sia l'applicazione di un tasso d'interesse sulla moneta debito.
In soldoni la risposta è sì.
Risposta 2
L'importante è che il valore dei beni presenti nel mercato e quello della massa monetaria si muovano nello stesso modo. Esempio: se ho un mercato in crescita e non tocco la quantità di moneta causo deflazione (squilibrio in difetto). Se faccio crescere la massa monetaria troppo velocemente creo inflazione (squilibrio in eccesso). Solo un intervento proporzionato assicura la stabilità dei prezzi.
Viceversa, se mi trovo in una situazione in cui il mercato decresce devo ritirare parte del denaro. Se non lo facessi creerei inflazione (squilibrio in eccesso). Se la contrazione di moneta è eccessiva causerò deflazione (squilibrio in difetto).
In una situazione statica in cui ciò che viene consumato (e quindi sparisce dal mercato) è esattamente uguale a ciò che viene prodotto la massa monetaria deve rimanere invariata.
Per riagganciarmi alla prima domanda posso aggiungere che l'applicazione degli interessi fa sì che il mercato si trovi sistematicamente in eccesso di moneta, almeno fino a quando una crisi della fiducia (prima o poi inevitabile viste le basi) non scuoterà le fondamenta stesse del sistema. Penso (e non sono solo) che non manchi molto al verificarsi di questo fenomeno.
Sempre a disposizione,
ErSandro
Sandro ultimamente si parla di nazionalizzazione delle banche.
A che benefici porterebbe questa operazione?
A noi singoli cittadini praticamente nessuno. Spesso ho parlato di crisi auto-provocate che hanno come fine l'accentramento dei poteri. Un'operazione di questo genere la vedrei in quest'ottica anche se è ancora da vedere se ed in quali termini verrà adottata.
La nazionalizzazione degli istituti bancari non ha senso se continua a circolare moneta debito. Il suo unico scopo è quello di mantenere in essere un sistema agonizzante e da cui non riusciamo ad emanciparci.
ErSandro
si,credo che la funzione della moneta sia FONDAMENTALE,per capire la società in cui viviamo.spero approfondirai questo tema esenziale per capirne l'importanza,con la chiarezza che ti contraddistingue.nello scambio di opinioni con Emmanuele,una puntualizzazione.il controllo della moneta,non fà altro che darne un peso sempre maggiore.Da qui,io,BCE,controllo il denaro,UNICO VALORE della società,e non concepito,come mezzo di scambio.ciao e grazie del tuo impegno.
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