Non mi sono mai interessato nel dettaglio dei mercati finanziari. Ho sempre considerato poco etico l'arricchirsi impoverendo gli altri. Quello della borsa, come già detto in passato, non è un mercato produttivo, ma speculativo. Ciò vuol dire che ogni euro che guadagno non deriva dall'effettiva creazione di una ricchezza ma dal fatto che è stato perso da un'altra persona.
Nelle ultime settimane sto utilizzando un computer su cui è stato installato un programmino che, con un ritardo di 20 minuti, mostra l'andamento dei principali indici di borsa. Da una piccola finestrella ho (in semi-tempo reale) il polso del mercato tramite le variazioni dell' S&P/MIB, del Nasdaq e di tutte quelle altre sigle impronunciabili che tanto spesso sentiamo snocciolare dallo schermo della TV.
Ultimamente le borse chiudono quasi sempre in rosso, e non di poco. Solo ieri Milano ha ricevuto un'altra botta da -5,85%. Dopo diversi giorni della solita pappa ho deciso di andare a vedere su internet qualche dato più approfondito e ciò che ho trovato mi ha lasciato a bocca aperta. Per carità niente che gli esperti del settore già non sappiano, ma comunque dati che la maggior parte delle persone non conosce. Ecco i risultati di pochi minuti di ricerca: nell'ultimo mese la borsa italiana ha perso il 25% del suo valore. La perdita diventa del 51% se prendiamo in considerazione un periodo di 6 mesi, del 59% considerando un anno e del 66% se guardiamo gli andamenti degli ultimi due anni.
Avete capito bene: in 24 mesi piazza affari ha "bruciato" due terzi del suo valore.
Al profano sorge spontanea una domanda : "dove sono finiti questi soldi"?
Ed è a questo punto che il signoraggista risponde prontamente: "Semplice, non sono mai esistiti".
Oggi, lo sappiamo, il denaro è debito ed il debito è denaro e sono state proprio le promesse di pagamento (campate sul nulla) ad alimentare la crescita della borsa. Un immenso castello di carte (o bolla se preferite) la cui base, cioè i beni reali, è diventata talmente esigua rispetto alla costruzione da poter essere considerata irrilevante.
In un sistema basato su di una moneta debito l'unica cosa che dà valore al denaro è la promessa della persona a favore di cui è stato emesso di restituirne un quantitativo maggiore nel futuro. Il mio impegno a pagare 110€ domani si trasforma oggi in un valore di 100€. Forse sarò ripetitivo ma è importante sottolineare che si tratta di una promessa impossibile da mantenere. Il valore del denaro in circolazione, infatti, sarà sempre minore della quantità che ci si è impegnati a restituire.
Ecco quindi la grande incongruenza: in modo miope il creditore iniziale ritiene potenzialmente solvibile un soggetto che, per motivi strutturali, non può garantire la restituzione del debito.
Perché, allora, il sistema non crolla subito e continua a gonfiarsi se non esistono le basi per sostenerlo? La causa di questo fenomeno va ricercata nel fatto che il debito creato inizialmente attraverso questo processo viene considerato una "vera" ricchezza in grado di garantire indebitamenti futuri e, quindi, di successive emissioni di denaro. E' un sistema autoreferenziale talmente perverso da lasciare allibiti.
I 100 euro dell'esempio creati in questa maniera saranno utilizzati in altre transazioni, diventeranno la base per l'ottenimento di ulteriori prestiti e via dicendo, tutto sulla base della fiducia (mal riposta) nel fatto che, prima o poi, la cambiale iniziale verrà saldata. Peccato che questo non succederà mai. Il gioco andrà avanti fino a quando tale fiducia comincerà a scarseggiare. Prima o poi arriverà il momento in cui questa montagna di promesse di pagamento raggiungerà un livello critico giunti al quale il creditore iniziale non sarà più disposto ad esporsi al rischio (certezza) di insolvenza e vorrà, quindi, far valere i propri diritti. Quando ciò avviene vuol dire che sta cadendo la prima tessera del domino che darà il via alla reazione a catena conosciuta come "scoppio delle bolle speculative". Ed ecco quindi che la borsa non "brucia" il 66% in due anni ma più semplicemente si riporta al livello che realmente le corrisponde: zero. Questo è il vero valore dei debiti che non possono, per loro natura, essere restituiti e che sono alla base di tutto.
Ecco perché la borsa ciclicamente crolla ed ogni volta è peggiore della precedente. Con questo ragionamento voglio dire che forse riusciremo ad uscire fuori dall'attuale crisi, ma se non cambieremo il modo in cui il valore viene creato avremo un'altra crisi, ancora peggiore, nel futuro. Ormai viviamo in un mercato fortemente globalizzato in cui le diverse borse sono talmente legate da poter essere considerate come un'unica entità. In questo sistema che richiede il fallimento di qualcuno per poter crescere dove pensiamo di poter andare ora che l'intero pianeta è stato saturato dal debito?
Per evolversi bisogna imparare dagli errori. Quante volte dovremo ripeterli prima di capire?
ErSandro.
7 commenti:
bella domanda--->quali potrebbero essere le soluzioni?
Le soluzioni ci sono e sono diversi gli studiosi che la hanno studiate, primo fra tutti Giacinto Auriti. Il passo fondamentale è quello di abbandonare la moneta-debito ed i modi per farlo sono molteplici.
Per adesso , però, il grado di consapevolezza è talmente basso che ritengo sia più importante indicare il problema.
Già il fatto che ti poni la questione su quali possano essere le soluzioni è un buon punto di partenza per iniziare uno studio personale. Ti consiglio di iniziare dal sito simec.org che trovi tra i link del blog.
Un saluto,
ErSandro
bhe il concetto originale di borsa era che si diventava soci di minoranza di aziende, e coi dividendi si partecipava agli utili.
Quella è una delle sue funzioni. La borsa è un mercato per la compravendita di valori mobiliari, quindi non solo azioni, ma anche titoli di vario genere.
In più essere proprietari di azioni vuol dire essere azionista e non socio. C'è una grossa differenza.
ErSandro.
No Sandro.. non farmi leggere ste cose.
Usi un programma apposta per avere un ritardo di 20min??
vai qui
http://www.intesatrade.it/intesa/pr/mercati/composizionepanieri&id=1
trovi i titoli dell'S%Pmin in tempo reale..e anche gli altri mercati occiamente
saluti
phoenix794501
Senti penso che il valore base del mercato azionario non sia zero...al momento dell'emissione le azioni hanno un valore che è il capitale della società diviso per il numero di azioni. Poi la cosa immagino che si gonfi a dismisura, ma il valore di riferimento è quello iniziale, non zero. Sbaglio?
Ciao grazie.
Hai ragione, dire zero è eccessivo. Quello che volevo sottolineare è che quando il meccanismo sfugge di mano salta il rapporto diretto tra i beni reali alla base del mercato ed il quantitativo di denaro che vi ruota attorno.
E' proprio questa dissociazione alla base delle bolle speculative: il valore non è più nelle ricchezze fisiche, ma nella promessa (infondata) di saldare i debiti.
Saluti,
Alessandro
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