Istruzioni per l'uso

Un buon modo per farsi un'idea dell'argomento trattato in questo blog è visionare il documentario "La Moneta come Debito". Per chi volesse approfondire ho stilato una breve lista di fonti sugli argomenti signoraggio/sovranità monetaria. La potete trovare nel post "Bibliografia Essenziale". L'elenco è in costante aggiornamento.

I commenti non sono moderati, siete liberi di esprimervi nel modo che ritenete più opportuno. Ognuno è responsabile del suo pensiero, io rispondo solo delle parole scritte di mio pugno.

Benvenuti,
(ersandro@autistici.org)

Prima di esprimere qualunque dubbio o giudizio vi consiglio di leggere i seguenti post. Potreste trovare le risposte alle vostre domande.

F.a.q.-Parte Prima (Le banche commerciali emettono moneta?)
F.a.q.-Parte Seconda (Da dove prende valore la moneta?)
F.a.q.-Parte Terza (Esiste una soluzione?)

martedì 7 luglio 2009

Pour Parler

Alle volte è piacevole lasciarsi andare a voli pindarici. La riflessione speculativa può essere un buon modo per imparare a conoscere le vecchie questioni sotto nuovi punti di vista. Bisogna fare attenzione a non abusarne, giusto per evitare di correre il rischio di cadere nel puro esercizio di stile, ma il ragionamento e la voglia di capire poggiano le basi anche nella capacità di astrazione dell'essere umano.


Pochi giorni fa riflettevo sulla definizione canonica di signoraggio inteso come l'interesse percepito sulla moneta emessa. Tanto per capirci il famoso discorso per cui se una banca crea 1000€ e li presta al 10% di interesse quando si vede restituire 1100€ ha guadagnato 100€. Tale ragionamento non tiene conto del fatto che il denaro prestato sfruttando il meccanismo della riserva frazionaria viene creato nel momento stesso dell'emissione del credito e che, quindi, non viene sottratto alle disponibilità della banca. A tal proposito si veda anche il “Modern Money Mechanichs” che nel capitolo “
Bank Deposits – How they Expand and Contract” dice:


Of course, they do not really pay out loans from the money they receive as deposits. If they did this, no additional money would be created. What they do when they make loans is to accept promissory notes in exchange for credits to the borrowers' transaction accounts.”


Traduzione:


Ovviamente loro (le banche) non finanziano i prestiti con il denaro che ricevono in deposito. Se facessero così non verrebbe creato nuovo denaro. Quello che fanno quando concedono prestiti è accettare cambiali in cambio di accrediti sul conto dei beneficiari.


Ho provato ad immaginare come dovrebbe essere strutturato un sistema in cui, realmente, la banca guadagna 100€ per ogni emissione di 1000€ e sono arrivato ad immaginare un'ipotetica struttura, ovviamente fittizia, che soddisfa questo requisito. Notate bene, lungi da me pensare che si tratti di un sistema ideale o auspicabile. In fondo quando il professore di fisica spiega la legge di gravitazione universale ed ipotizza una perfetta mancanza di attrito non sta certo proponendo di mettere il pianeta sotto vuoto per rendere reale l'esempio. Prendete quello che scrivo per ciò che è: una riflessione personale, un gioco fatto così, tanto per capire.


Supponiamo che il sistema bancario sia basato su regole simili a quelle attuali, che esista una banca centrale con il compito di emettere la base monetaria (la moneta fisica) e, contemporaneamente, sia presente un sistema bancario di natura privata che, grazie alla riserva frazionaria, può moltiplicare tale base. Ci sarebbe solo una grande differenza: il denaro non verrebbe creato tramite la graduale concessione di crediti ma, al contrario, sarebbe emesso tutto insieme e, in seguito, distribuito equamente ai cittadini.


Mi spiego meglio.


Immaginiamo che, in un ipotetico paese di 100 anime, la banca centrale abbia emesso un quantitativo di moneta sufficiente a giustificare la creazione di 1000€ tramite lo sfruttamento del moltiplicatore dei depositi. A questo punto il sistema bancario si dovrebbe limitare ad emettere subito tutta questa moneta ed accreditarla in parti uguali ai cittadini. Nell'esempio i 1000€ dovrebbero essere trasferiti ai 100 cittadini che si ritroverebbero ad avere 10€ ognuno.


Manca ancora da calcolare la fetta delle banche. Per remunerarle, rimanendo nell'ipotesi di un un guadagno di 100€ per ogni 1000€ emessi (10%), il sistema bancario invece di accreditare 10€ a testa, ne concederà solo 9 e ne tratterrà 1.


Ricapitolando: 1000€ emessi, 900€ distribuiti e 100€ trattenuti per pagare il servizio. A questo punto i cittadini, muniti tutti delle medesime risorse, potrebbero iniziare ad investire il proprio denaro (non gravato da debito) per farne ciò che vogliono mentre la banca eserciterebbe la sola funzione di custode dei depositi che sarebbe lecito aspettarsi. Ovviamente in questo sistema solo i privati cittadini sarebbero autorizzati a concedere prestiti, attività assolutamente preclusa a chi il denaro lo crea. Qualcuno sarà più bravo e, fornendo beni e servizi di qualità, riuscirà a guadagnare. Altri affronteranno delle perdite ma, nel complesso, la situazione resterà in equilibrio.


Cosa perderebbero le banche i
n un sistema di questo tipo?


Secondo l'economista classico nulla. Invece di guadagnare 100€ incassando gli interessi sul prestito il sistema bancario li otterrebbe semplicemente trattenendoli all'atto dell'emissione.


In realtà le banche private perderebbero due cose: la proprietà del capitale e, più importante, la possibilità di indirizzare il sistema economico del paese. Già in passato ho avuto modo di riflettere su quanto
potere risieda nelle mani di chi ha la possibilità di emettere il denaro ed accaparrarsene la proprietà. Come ho scritto, la principale caratteristica del debito è la sua discrezionalità. Esercitando la sovranità monetaria il banchiere privato non decide solo quanto denaro circola ma anche chi vi ha accesso.


La verità è che quando ci si riferisce al signoraggio non si parla solo di soldi o di guadagni illeciti, ma, soprattutto, di potere nella sua forma più subdola e subliminale.


Ma che importa, in fondo si tratta solo di un ragionamento fatto così, come direbbero i francesi “pour parler”.


A tutti un saluto,

Alessandro Bono

5 commenti:

Manuel ha detto...

Ciao Alessandro,
leggo sempre con i piacere i tuoi articoli, ma anche con un po' di angoscia. Angoscia perchè mi sto rendendo conto, mano a mano che approfondisco le mie conoscenze sull'argomento, di quanto siano sottili i tranelli, camuffati da regole, che governano la nostra economia, che poi alla fine condizionano la nostra vita.

ErSandro ha detto...

Caro Manuel,
conosco bene lo stato d'animo di cui parli perché, come te, l'ho provato (e spesso lo provo ancora) in prima persona.

La sola via d'uscita consiste nel trasformare l'angoscia in stimolo all'azione. Non dobbiamo demoralizzarci di fronte all'ingiustizia, anzi, dobbiamo farla diventare la benzina con cui alimentare il motore della determinazione.


Nel film "Ronin" Robert de Niro dice: "C'è chi fa parte del problema, chi della soluzione e chi del paesaggio".

Il modo in cui reagiamo quando entriamo in contatto con certe tematiche definisce la categoria di cui facciamo parte.

Lo studio e l'approfondimento sono il primo passo, ma la strada è lunga. Anche se può spaventare sono sicuro che valga la pena di percorrerla.

Grazie mille per l'apprezzamento e a presto.

Alessandro

Zret ha detto...

Grandi riflessioni di un grande uomo.

Unknown ha detto...

Anch'io ritengo che ne valga la pena.

Grazie a te.

ErSandro ha detto...

Zret: come al solito sei troppo buono. E, come sempre, la stima è ricambiata.

Manuel: continuiamo a provarci, non abbiamo nulla da perdere e tanto da guadagnare.