Sinceramente mi infastidiscono quelle persone che, messe di fronte ai fallimenti della società moderna, rispondono con un "è colpa del sistema" e, scrollando le spalle in modo rassegnato, pensano di aver messo un punto alla questione.
E' vero, il sistema è perverso, bacato, pieno di difetti, ma pensare che sia un'entità sulla quale non abbiamo influenza in grado, al contrario, di trasformare gli individui al punto da poterne fare ciò che vuole rendendoli di fatto automi senza cervello è un'assurdità, un altro modo per scaricare le responsabilità su qualcuno o qualcosa che sia al di fuori di noi ed evitare di fare i conti con la nostra coscienza.
Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta del solito enigma insolubile, del classico circolo vizioso in cui si cade quando si cerca di stabilire se sia nato prima l'uovo o la gallina. E' il sistema che ci fa il lavaggio del cervello o siamo noi a dare vita alle diaboliche strutture sociali in cui ci troviamo a vivere?
Anche se sembra un indovinello a cui è impossibile rispondere basta fare una piccola riflessione per comprendere che, almeno in questo caso, è facile trovare il bandolo della matassa.
Ponetevi questa domanda: può esistere un "sistema" senza gli elementi individuali che lo compongono?
Mentre l'essere umano può vivere senza il sistema non è vero il contrario. E' un dato di fatto, se il genere umano sparisse scomparirebbero anche tutte le strutture sociali che esso ha costruito. Improvvisamente verrebbero meno i paesi, la scuola, la giustizia, la religione, la moneta. Che cos'è in fondo una nazione se non un'astrazione della mente umana? L'oggetto a cui ci riferiamo quando usiamo la parola "Italia" (o Europa, o Cristianesimo, o Dollaro) esiste realmente o è solo una proiezione astratta che il pensiero ha deciso di chiamare con tale nome?
Vedo tante persone sostenere che l'umanità si comporta così come la vediamo fare perché è stata condizionata ad acquisire comportamenti ed atteggiamenti che non le appartengono. Se così fosse, perché la gente che subisce questo "sopruso" non lo vive come una violenza? Perché le persone non alzano la testa e protestano contro un'imposizione che le porta ad agire contro quello che sarebbe il loro naturale modo di sentire?
Ci guardiamo allo specchio e pensiamo di vedere un altro individuo senza capire che il movimento dell'immagine che osserviamo è solo un riflesso del nostro. Ed ecco che la gente che manifesta per la libertà di informazione è la prime a non esercitare la libertà di informarsi.
Questa è la natura del sistema, si tratta di un'immagine, una proiezione di ciò che l'essere umano è. Krishnamurti diceva che noi siamo il mondo. Se nella società vediamo avidità, brutalità e volgarità è perché noi stessi siamo avidi, brutali, volgari.
Viene da sé che il sistema potrà cambiare solo quando cambieranno le persone che lo compongono.
Non esiste redenzione senza pentimento e non esiste pentimento senza umiltà. Nel voler attribuire la colpa delle atrocità che ci circondano a quelli che Auriti avrebbe chiamato "fantasmi giuridici" ci rifiutiamo di vedere e riconoscere le nostre responsabilità peccando, quindi, di superbia.
Non si può imporre all'essere umano qualcosa che sia contro la sua natura senza che questi ne soffra. Osservare il modo in cui la gente difende l'attuale sistema è un chiaro segno di quanto esso ne rifletta la profonda intimità.
Questo non vuol dire che siamo senza speranza. Se guardiamo tali comportamenti da vicino è possibile vedere come non siano fondati sulla ragione, ma su di elementi irrazionali. Nel momento in cui vengono osservati per ciò che sono, cioè azioni dettate da costrutti mentali assolutamente arbitrari, essi smettono semplicemente di esistere è diventa possibile mettere in pratica un cambiamento.
Era sempre Krishnamurti a dire che comprendere vuol dire trasformare ciò che è. Nel momento in cui ci si rende conto dell'illusorietà di un qualcosa che ci ha condizionato il cambiamento è già avvenuto, non è necessario nessuno sforzo ulteriore. Quello che emerge è che, sorprendentemente, la gente si sforza per non capire quando, in verità, l'intelligenza e la capacità di comprendere sono il risultato di una mente quieta, tranquilla, vuota. Solo quando il pensiero tace è possibile osservare un evento per ciò che è senza attribuirgli valenze illusorie che non hanno fondamento alcuno.
Io parlo di moneta eppure i soldi non mi interessano. E' vero, non ho particolari problemi, ma non sono ricco e probabilmente non lo sarò mai. Quando parlo del sistema monetario sto ponendo chi mi ascolta di fronte ad uno specchio. Sarà lui a dover capire che ciò che vede è solo il suo riflesso e la comprensione andrà dimostrata con le azioni e non con le parole. Queste infatti sono solo un ulteriore costrutto che a nulla serve se non viene sostenuto dalla volontà di agire.
Tale è la differenza tra conoscenza e consapevolezza: chi sa parla, chi è consapevole agisce.
Avete intenzione di continuare a parlar male dei banchieri o volete rimboccarvi le maniche? Come sempre nella vita, la scelta spetta solo a voi.
Alessandro Bono
E' vero, il sistema è perverso, bacato, pieno di difetti, ma pensare che sia un'entità sulla quale non abbiamo influenza in grado, al contrario, di trasformare gli individui al punto da poterne fare ciò che vuole rendendoli di fatto automi senza cervello è un'assurdità, un altro modo per scaricare le responsabilità su qualcuno o qualcosa che sia al di fuori di noi ed evitare di fare i conti con la nostra coscienza.
Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta del solito enigma insolubile, del classico circolo vizioso in cui si cade quando si cerca di stabilire se sia nato prima l'uovo o la gallina. E' il sistema che ci fa il lavaggio del cervello o siamo noi a dare vita alle diaboliche strutture sociali in cui ci troviamo a vivere?
Anche se sembra un indovinello a cui è impossibile rispondere basta fare una piccola riflessione per comprendere che, almeno in questo caso, è facile trovare il bandolo della matassa.
Ponetevi questa domanda: può esistere un "sistema" senza gli elementi individuali che lo compongono?
Mentre l'essere umano può vivere senza il sistema non è vero il contrario. E' un dato di fatto, se il genere umano sparisse scomparirebbero anche tutte le strutture sociali che esso ha costruito. Improvvisamente verrebbero meno i paesi, la scuola, la giustizia, la religione, la moneta. Che cos'è in fondo una nazione se non un'astrazione della mente umana? L'oggetto a cui ci riferiamo quando usiamo la parola "Italia" (o Europa, o Cristianesimo, o Dollaro) esiste realmente o è solo una proiezione astratta che il pensiero ha deciso di chiamare con tale nome?
Vedo tante persone sostenere che l'umanità si comporta così come la vediamo fare perché è stata condizionata ad acquisire comportamenti ed atteggiamenti che non le appartengono. Se così fosse, perché la gente che subisce questo "sopruso" non lo vive come una violenza? Perché le persone non alzano la testa e protestano contro un'imposizione che le porta ad agire contro quello che sarebbe il loro naturale modo di sentire?
Ci guardiamo allo specchio e pensiamo di vedere un altro individuo senza capire che il movimento dell'immagine che osserviamo è solo un riflesso del nostro. Ed ecco che la gente che manifesta per la libertà di informazione è la prime a non esercitare la libertà di informarsi.
Questa è la natura del sistema, si tratta di un'immagine, una proiezione di ciò che l'essere umano è. Krishnamurti diceva che noi siamo il mondo. Se nella società vediamo avidità, brutalità e volgarità è perché noi stessi siamo avidi, brutali, volgari.
Viene da sé che il sistema potrà cambiare solo quando cambieranno le persone che lo compongono.
Non esiste redenzione senza pentimento e non esiste pentimento senza umiltà. Nel voler attribuire la colpa delle atrocità che ci circondano a quelli che Auriti avrebbe chiamato "fantasmi giuridici" ci rifiutiamo di vedere e riconoscere le nostre responsabilità peccando, quindi, di superbia.
Non si può imporre all'essere umano qualcosa che sia contro la sua natura senza che questi ne soffra. Osservare il modo in cui la gente difende l'attuale sistema è un chiaro segno di quanto esso ne rifletta la profonda intimità.
Questo non vuol dire che siamo senza speranza. Se guardiamo tali comportamenti da vicino è possibile vedere come non siano fondati sulla ragione, ma su di elementi irrazionali. Nel momento in cui vengono osservati per ciò che sono, cioè azioni dettate da costrutti mentali assolutamente arbitrari, essi smettono semplicemente di esistere è diventa possibile mettere in pratica un cambiamento.
Era sempre Krishnamurti a dire che comprendere vuol dire trasformare ciò che è. Nel momento in cui ci si rende conto dell'illusorietà di un qualcosa che ci ha condizionato il cambiamento è già avvenuto, non è necessario nessuno sforzo ulteriore. Quello che emerge è che, sorprendentemente, la gente si sforza per non capire quando, in verità, l'intelligenza e la capacità di comprendere sono il risultato di una mente quieta, tranquilla, vuota. Solo quando il pensiero tace è possibile osservare un evento per ciò che è senza attribuirgli valenze illusorie che non hanno fondamento alcuno.
Io parlo di moneta eppure i soldi non mi interessano. E' vero, non ho particolari problemi, ma non sono ricco e probabilmente non lo sarò mai. Quando parlo del sistema monetario sto ponendo chi mi ascolta di fronte ad uno specchio. Sarà lui a dover capire che ciò che vede è solo il suo riflesso e la comprensione andrà dimostrata con le azioni e non con le parole. Queste infatti sono solo un ulteriore costrutto che a nulla serve se non viene sostenuto dalla volontà di agire.
Tale è la differenza tra conoscenza e consapevolezza: chi sa parla, chi è consapevole agisce.
Avete intenzione di continuare a parlar male dei banchieri o volete rimboccarvi le maniche? Come sempre nella vita, la scelta spetta solo a voi.
Alessandro Bono
14 commenti:
Io ho perso amicizie, mi evitano come la peste... e questo perchè?
Perchè la verità va di pari passo con la responsabilità. Avere responsabilità "è fatica".
Non è difficile, non è un enigma, è l'uomo il problema, non vuole essere aiutato.
Il sistema è l'uomo!!
E quindi come hai ben menzionato tu, "Quello che voi siete, il mondo è"
Io sono certo che l'universo ha le sue leggi che regolano l'equilibrio, per uno scompenso grande ci sarà una risposta adeguata, e nessuno sa quale sarà il prezzo da pagare.
Solo nella totale oscurità sarà visibile la luce della speranza
Sottoscrivo in pieno, grazie del contributo.
La dura verità è che la cospirazione siamo noi.
Un saluto,
Alessanro
bellissimo post!!!
per chi non l'avesse ancora visto consiglio la visione di "children of man" in ITA "i figli degli uomini" http://www.youtube.com/watch?v=NikEQy1XxDE probabilmente (a mio parere) faremmo proprio questa fine... e, nel caso, ce lo saremmo proprio meritato.
Grazie djsdong. Il film l'ho visto e mi unisco al tuo consiglio.
Un saluto,
Alessandro
Ciao Alessandro,
condivido e apprezzo la tua analisi, in particolare quando dici che manifestano per la libertà di informazione e non la praticano!
A proposito di Krishnamurti, mi sapresti indicare quello che consideri il primo suo libro da leggere?
E poi una domanda(-proposta?). Considerando che le monete sono coniate dalla zecca (e che 2 euro non dovrebbero essere neanche pochi) si potrebbe cercare di ritirare "solo" monete da 2 euro dalle banche. Esiste un diritto di scelta sul taglio quando si ritirano soldi in banca? (Io con quello che spendo riuscirei tranquillamente a portarmi appresso le monete).
Grazie, ciao
Filippo
Hai scritto un testo intelligente e tuttavia il sistema-stato non coincide solo con i cittadini-sudditi, ma tende a diventare qualcosa di astratto, una sorta di egregora politica, una "volontà generale" alla Rousseau che trascende ed annienta la volontà individuale. Il sistema siamo noi? Solo in parte e comunque il sistema prende il sopravvento grazie all'inerzia ed all'ignavia della maggioranza che, nelle democrazie (in verità demoncrazie) detta legge sicché pare difficile scardinare una realtà sovra-personale ed ormai potentissima, giacché detiene il controllo di tutto o quasi.
Ciao
Filippo: Come sempre grazie dei complimenti.
Per quanto riguarda Krishnamurti ti consiglio prima di tutto di dare un'occhiata a questa playlist: http://tinyurl.com/yhm68dl
Di suoi libri ne esistono moltissimi (credo più di 100). Si tratta per la maggior parte di trascrizioni dei suoi dialoghi con il pubblico. Altri sono semplicemente i suoi diari. Molto bello "Educare alla vita" che, invece, è un testo organico con un inizio ed una fine.
Per cominciare vanno tutti bene. Il pensiero di Krishnamurti è molto organico, non c'è un percorso prestabilito da seguire.
Sulle monete purtroppo non ho buone notizie. Pensa che nella zona euro i commercianti non sono tenuti ad accettare i pagamenti in "spicci" che superano la somma di 25€. Come se non bastasse la quantità di moneta metallica che la Zecca può coniare è stabilito dalla BCE. Comunque, anche il solo utilizzare sempre i contanti e non ricorrere mai a mezzi di pagamento "bancari" (carte, assegni, bonifici) provaca gravi danni agli istituti di credito.
La riserva obbligatoria, infatti, si può mantenere a livelli infimi (2%) solo perché abbiamo perso l'abitudine ad utilizzare la moneta "fisica". Usare spesso (possibilmente sempre) le banconote limita la quantità di denaro che la banca può creare.
Zret: Grazie anche a te.
Sono d'accordo con il tuo ragionamento purché, come purtroppo spesso accade, non diventi una giustificazione per lasciarsi andare all'inerzia.
Il sistema è comunque la somma delle parti, se queste cambiano il modo di comportarsi esso stesso deve necessariamente cambiare. Il risultato può non essere certo, ma una trasformazione avviene comunque. Viste le condizioni attuali mi sembra molto difficile un peggioramento.
Un saluto,
Alessandro
Grazie per le risposte, ancora una volta "negative" (per quanto riguarda gli "spicci"). Per quanto riguarda le banconote, si, uso sempre i contanti.
Volevo farti una domanda piuttosto "ampia": pensi che ci sia bisogno di fare ricerche di storia monetaria italiana (o ci sono già testi sufficientemente approfonditi e chiari)? Se si quale periodo specifico, diciamo dal medioevo in poi sarebbe più utile considerare?
Ovviamente i presupposti sono 4:
1. la storia italiana è la "nostra" storia
2. su internet il materiale è quasi tutto sugli Stati Uniti
3. i libri di scuola non parlano quasi per niente di temi monetari (e la storia la impariamo solo lì!)
4. sicuramente isistemi monetari hanno giocato un ruolo determinante nella storia italiana (cosa che per gli USA è stato abbastanza palesato ad esempio in "The Money Masters")
Ok, grazie ancora, ciao.
Filippo
La storia monetaria italiana è importante per la nascita del sistema bancario dato che le prime banche sono nate proprio qui da noi.
I testi che parlano dell'argomento sono diversi, tanto per dirne un mi viene in mente "Il denaro - sterco del demonio" di Massimo Fini.
Un altro libro sull'argomento che mi hanno consigliato (ma non ho ancora letto) è "La Moneta" di Luca Fantacci (professore di storia della moneta alla Bocconi.
Particolarmente importanti e significativi per noi italiani sono gli anni dell'unificazione. La questione meridionale nasce proprio in quel periodo ed è stata causata deliberatamente da delle politiche monetarie mirate.
Sull'argomento i testi sono innumerevoli, non ne ho di particolari da consigliarti.
Un saluto e a presto,
Alessandro
Grazie mille per i riferimenti.
Ho letto la discussione di cui parli nel nuovo post. E direi che "schiumosamente tuo" è insuperabile.
Anche io rischio a volte di finire ad azzuffarmi con persone che non hanno studiato e pretendono di sapere che va tutto bene. E so che è dura, fa inca..are e poi intristisce.
Però so che da quando ho "capito" come stanno le cose mi sento molto più sollevato. Ora so perché viviamo tutti sul filo del PIL e perché non siamo in grado di costruire un mondo decente. E questa consapevolezza vale mille inca..ature.
Grazie, ciao
Filippo
Lo so Filippo. Sottoscrivo e ridarei tuto quello che ho fatto anche se so che siamo ancora molto lontani dal risultato.
Continuando ad impegnarsi e cercando di dare sempre il meglio di sé forse un giorno qualcosa si muoverà.
Preferisco provare con poche possibilità di riuscita che mollare ed ottenere un fallimento certo.
Saluti,
Alessandro
P.S.= Pascucci sotto molti aspetti è veramente imbattibile.
http://zret.blogspot.com/2009/10/sistema-no-sixtema.html
Do ut Des, avevo già avuto modo di leggere l'articolo di Zret.
E' chiaro che su questo punto le nostre opinioni divergono.
Ritengo che anche ciò che nel sistea percepiamo come "altro" sia solo una nostra proiezione, qualcosa che contribuiamo a creare a livello collettivo.
Ovviamente quando parlo di "noi" parlo della totalità del genere umano.
Insomma, io non vedo una differenza sostanziale tra il banchiere che scatena una crisi economica in vista di un profitto futuro a discapito delle persone oneste, l'imprenditore che decide di investire sul petrolio perché assicura maggiori guadagni anche se molti moriranno per complicazioni polmonari ed un normale cittadino che gioca sporco per fare le scarpe ad un collega ed avere qualche soldino in più nella busta paga.
Cambiano solo le dimensioni e la risonanza, non la sostanza.
Se la gente non lo accettasse il sistema non potrebbe esistere. Come ho scritto nell'ultimo post, se lo accetta per paura, ignoranza o testardaggine non mi interessa. Comunque si tratta di qualcosa insito nella sua natura.
Il mio sforzo non consiste nel cambiare il sistema, ma nel cercare di rendere le persone consapevoli al punto tale da volere un cambimento individuale che, se esteso ad un livello sufficiente, diventerà necessariamente globale.
Come si suol dire, il mondo è bello perché è vario. Comprendo il pensiero di Zret anche se non lo condivido in pieno. E' comunque uno stimolo alla riflessione.
Un saluto,
Alessandro
Non cambio una virgola di quello che hai scritto.
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